“Occhio che quello è uno sbirro”, sentinelle al lavoro nei fortini della droga

Bar, chioschi e persino parcheggi dell’hinterland di Malpensa: la mappa dello spaccio controllata dal “Cartello di Lonate”

Controllavano il territorio, facendo sentire la loro presenza anche con la violenza: botte a chi non rientrava coi soldi della droga, davanti a tutti, nel bar dello spaccio. Oppure schiaffi e sberle alle cameriere dello stesso locale che volevano essere pagate per le ore di lavoro, e che per paura neppure hanno denunciato.

Poi quel giro di sentinelle nelle piazze di spaccio che al minimo sospetto non esitavano a telefonare ai capi: «Occhio, perché quello è uno sbirro».
E così il cliente, che “sbirro” non era, se ne andava via, allontanato a male parole.

Emerge uno spaccato di violenza, soldi e omertà nell’inchiesta che da oltre un anno tiene sotto controllo il “Cartello di Lonate” e che proprio da uno dei luoghi di spaccio prende il nome: “Atlantic” come il bar di via Dante a Lonate Pozzolo messo in piedi in un attimo dopo che Emanuele De Castro uscì dal carcere dopo aver scontato anni di galera frutto delle grandi operazioni contro le locali di ‘ndrangheta degli anni passati (le varie Bad Boys e Infinito).

Avarie

Proprio Emanuele De Castro, sottoposto al regime di sorveglianza speciale che gli imponeva di stare alla larga da certi ambienti risulterebbe andato più volte proprio al bar “Atlantic”, locale gestito dal figlio Salvatore (ai tempi dell’indagine): peccato che le telecamere piazzate dai carabinieri stessero riprendendo tutto. Risultato: 15 violazioni del regime di sorveglianza speciale che gli hanno spalancato di nuovo le porte della prigione.

Un secondo punto di spaccio rientrato nelle maglie dell’operazione era il chiosco nel parco San Raphael, in via Papa Giovanni XXIII, non lontano dall’oratorio, sempre a Lonate Pozzolo: qui a farla da padroni erano i componenti della famiglia Torquitto: padre, madre e figlio: uno in manette, l’altro ai domiciliari e la donna con obbligo di firma.

Lo spaccio avveniva praticamente “al banco”, con clientele sì di Lonate Pozzolo, ma anche di Varese e del Milanese; la droga – cocaina – non veniva venduta in piccole dosi, come nei boschi lasciati al controllo degli africani, ma su pezzature più alte, 5-10 grammi.

La terza piazza di spaccio del “Cartello di Lonate” era il parcheggio del “Car Parking Malpensa” di Ferno, in via Piave, proprio di fianco allo scalo: questa mattina i carabinieri sono arrivati anche qui e hanno trovato tre persone al “lavoro”: alla luce del sole svolgevano lavori di facchinaggio e spostamento auto dei clienti, ma di fatto erano accusati di essere spacciatori.

Il punto è che erano tutti e tre assunti in nero, e il nucleo tutela del lavoro ha disposto la sospensione delle attività.

di
Pubblicato il 15 Ottobre 2018
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.