Gru in volo ferita a fucilate

È avvenuto in provincia di Brescia. L'animale è stato affidato alle cure del C.R.A.S. WWF Valpredina

Le Gru sono tra gli uccelli più belli ed eleganti al mondo. Il loro passaggio sui cieli del Varesotto e il vociare degli stormi, soltanto poche settimane fa, avevano destato grande stupore e curiosità.

Dove vanno le gru in volo sul Varesotto

Eppure non poteva chiudersi in modo peggiore l’anno 2018 per la fauna selvatica in Lombardia: una rarissima Gru è stata recuperata, ferita da una fucilata, nel Comune di Dello nella bassa pianura bresciana. A comunicarlo è stato il WWF: l’uccello, alto circa 1 metro e 20 centimetri, con un’apertura alare di oltre 2 metri, presentava evidenti macchie di sangue sul piumaggio è stato visto da un cittadino che ha subito allertato il Corpo Polizia provinciale Nucleo Ittico Venatorio di Brescia: decine di cittadini e le Guardie Ecologiche Volontarie hanno per ore setacciato la campagna, nella nebbia, per recuperare l’animale.

“La gru presentava una vistosa ferita sul petto” racconta Emanuela Marzoli, Guardia Ecologica Volontaria Ente Provincia di Brescia “quando è stata trovata in un fosso, era accovacciata e sembrava uno straccio. Se non fosse stato per i tanti cittadini che si sono mobilitati, il raro volatile sarebbe probabilmente morto”.

La gru è stata successivamente consegnata dalla Guardie Venatorie WWF al C.R.A.S. WWF Valpredina, Cenate Sopra (BG), dove sottoponendola a radiografia si sono evidenziati 4 pallini di piombo del diametro di 3 millimetri.

“Sono pallini di una certa dimensione” spiega Filippo Bamberghi Guardia WWF del Nucleo di Brescia “utilizzati per la caccia alla fauna stanziale, come fagiani, minilepri oppure per la caccia alle anatre. Due pallini sono conficcati in un’ala dove hanno procurato una frattura e due nel posteriore dell’uccello. Le condizioni sono stabili, l’ala è stata immobilizzata per evitare una maggiore compromissione dell’osso fratturato. Ci vorranno alcune settimane per capire se la Gru possa essere rimessa in libertà e possa proseguire la migrazione”.

L’atto di bracconaggio di Dello, è solo l’ultimo, gravissimo episodio di una lunga serie”, racconta Antonio Delle Monache, Coordinatore Guardie WWF Lombardia “che ha visto come vittime centinaia di piccoli uccelli protetti, oltre ai numerosissimi rapaci sparati. Oltre ai casi eclatanti, quella che è la nornale routine, come i 12 pettirossi uccisi da un solo cacciatore di Nave nella bassa bresciana. Ciò è il risultato di una vigilanza via via ridotta all’osso, una legislazione che nonostante preveda reati (oblazionabili) non impaurisce i tanti che commettono illegalità. Sanzioni i cui importi che sono fermi al 1992, anno di promulgazione di una Legge, che avrebbe dovuto limitare i danni dell’attività venatoria, ma il cui intento è stato svilito dalle continue modifiche delle Leggi Regionali. Anche nella giornata di ieri 26 dicembre 2016, le Guardie WWF erano operative nella zona della Franciacorta, sempre in collaborazione con il Corpo Polizia provinciale Nucleo Ittico Venatorio di Brescia, ed hanno controllato due cacciatori: uno aveva abbattuto un pettirosso e una capinera, un altro tre pettirossi, due capinere e un fringuello.”

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Pubblicato il 27 Dicembre 2018
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