Dove vanno le gru in volo sul Varesotto
È un vero spettacolo naturale quello che si può ammirare (e udire) in questi giorni nei cieli del Nord Italia. Grazie alla tecnologia e alla condivisione dei dati è possibile monitorare in diretta il viaggio di questi animali
Fotografie di Franco Aresi, approfondimento di Alessio Martinoli, Dipartimento scienze teoriche e applicate dell’Università degli studi dell’Insubria.
I cieli del Nord Italia nei giorni scorsi hanno risuonato giorno e notte del chiassoso transito di migliaia di Gru (Grus grus) in volo migratorio tra la Russia, Paesi baltici e Scandinavia e i quartieri di svernamento, collocati principalmente in Spagna e nel sud della Francia.
La presenza di nubi basse in particolare ha forzato il volo degli stormi ad un’altezza da terra molto limitata, causando il risveglio di molte persone persino in Varese centro per il sonoro vociare degli uccelli, alcuni composti da oltre 100 individui. Lo stesso nome della specie richiama all’onomatopea del verso con il quale le Gru si mantengono in contatto tra di loro anche quando le tenebre e la nebbia rendono difficoltoso mantenere il gruppo coeso. Il suono di uno stormo di Gru è udibile a chilometri di distanza!
Molte le foto e i video condivisi in rete di questo autentico spettacolo naturale, nei quali si possono osservare le Gru volare nella caratteristica formazione a “V”, che consente agli uccelli di sfruttare le turbolenze prodotte dal battito di ali dell’individuo che precede per “galleggiare” meglio in aria risparmiando energie.
DALLA LITUANIA ALLA SPAGNA, PASSANDO DA VARESE
La Gru è una delle più grandi specie di uccelli d’Europa, con un’apertura alare che sfiora i 2,5 m, che in pochi giorni è in grado di viaggiare per migliaia di chilometri. Grazie alle moderne tecnologie GPS e ai ricercatori che condividono i loro dati sappiamo ad esempio che un individuo nato in Lituania quest’anno, munito di dispositivo satellitare, il quale sostava da giorni in Ungheria presso il Parco Nazionale di Hortobágy in attesa di condizioni meteorologiche favorevoli, sia transitato giovedì scorso all’alba sui cieli del medio Varesotto, ed abbia raggiunto la Camargue (Francia del Sud) entro sera, dove si è fermata per una, meritata, sosta per recuperare preziose energie. L’individuo si trova oggi nell’Extremadura spagnola, nei pressi della città di Cáceres.
LA MIGRAZIONE IN DIRETTA
Se l’uso di GPS è appannaggio dei ricercatori professionisti, è grazie ai “semplici” appassionati di natura di tutta Europa che oggi le rotte di migrazione delle Gru sono ben conosciute. E’ un classico esempio di come la citizen science possa produrre una mole di dati altrimenti non ottenibile attraverso la sola rete di università e centri di ricerca. Grazie a piattaforme di condivisione di dati naturalistici, come l’ormai seguitissimo portale Ornitho.it, e dei suoi omologhi diffusi un tutta Europa, siamo ora in grado di monitorare gli spostamenti delle Gru “in diretta” a partire dalle segnalazioni inserite da oltre 150.000 comuni cittadini (“home/GRUGRU/r2000”) in tutto il continente, così come la distribuzione e le consistenze di centinaia di altre specie di uccelli, di mammiferi, di rettili ed anfibi e di molti altri gruppi tassonomici.
LE DUE ROTTE VARESINE
Una rapida occhiata alla mappa delle segnalazioni di Gru del mese di novembre evidenzia come la provincia di Varese si collochi lungo due delle principali flyways della specie, una settentrionale che dalla Svizzera porta verso i passi del Cuneese attraverso la pianura piemontese ed una seconda che attraversa tutto il Nord Italia dal Friuli Venezia Giulia. Nella sola mattinata di sabato 17 novembre sono state osservate 3000 Gru in transito sopra i cieli di San Sebastiano da Po (TO) da parte degli appassionati del Gruppo Piemontese Studi Ornitologici, dati prontamente messi a disposizione sulle piattaforme di citizen science. Sempre grazie alla condivisione di dati ornitologici, alcuni ricercatori dell’Università della Calabria hanno evidenziato come l’Italia settentrionale negli ultimi 20 anni sia sempre più interessata dal transito delle Gru. Due i fattori che concorrono a questo aumento: l’incremento delle popolazioni nidificanti in Nord Europa, frutto anche di politiche di conservazione nelle aree umide dove la specie si riproduce, ed un parziale cambio dei siti di svernamento dal Nord Africa alla Spagna, che porta gli individui in sosta nell’Europa dell’Est a percorrere una rotta E-O in Nord Italia invece che attraversare l’Adriatico verso sud.
L’INVERNO IN PIEMONTE
Ed è ormai qualche anno che alcune Gru decidono di non proseguire oltralpe, ma che sostano tutto l’inverno in Piemonte. Gruppi di 200-300 Gru sono infatti osservabili nel Vercellese anche in inverno.
(da www.ornitho.it)
(Da Mingozzi et al. 2013)
(da www.movebank.org)
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