Polizia Locale, il Sulpl dichiara lo stato di agitazione
Secondo il sindacato in questione, le problematiche degli agenti varesini sono numerose e annose

Polizia Locale di Varese in agitazione. Il sindacato Sulpl, dipartimento autonomie locali e polizie locali, ha dichiarato lo stato di agitazione del personale della Polizia Locale “con conseguente blocco di ogni attività straordinaria non dovuta per legge e della partecipazione ai progetti incentivanti proposti dall’amministrazione, fino alla definitiva soluzione delle problematiche ben note”.
Secondo il sindacato in questione, le problematiche degli agenti varesini sono numerose e annose: «Questa amministrazione comunale, come la precedente, non ha fatto praticamente niente di ciò che andava (sottolineando che si parla di obblighi e non di favori) fatto – si legge in una nota inviata alla stampa e agli organi competenti, Comune e Prefetto -. I molteplici incontri con l’assessore Zanzi, che pur prendendo atto di una timida disponibilità al dialogo da parte dello stesso, non hanno mai portato a provvedimenti concreti. Nonostante le reiterate richieste di incontro con il sindaco Galimberti, non ci ha mai concesso un serio confronto, tali richieste sono tristemente rimaste prive di un benché minimo riscontro».
«Intendiamo qui evidenziare nuovamente gli annosi e pesantissimi problemi che affliggono la Polizia Locale di Varese e le altrettanto disastrose condizioni in cui gli operatori della sicurezza che lo compongono devono operare – si legge ancora nella nota -. Uffici sovraffollati, con arredamenti non a norma, scarti degli uffici “comunali”, privi di postazioni di lavoro a norma, in condizioni di promiscuità con il pubblico, privi di sedute a norma, computer vecchi e lenti che spesso non supporto i software più comuni; i pochi autoveicoli rimasti in funzione (non più di 5 o 6) sono anch’essi vecchi e malmessi per mancanza di manutenzione periodica; nell’autorimessa, che merita un capitolo a parte, giacciono da un paio di anni almeno 5 veicoli da rottamare, per i quali si paga ancor la tassa di proprietà; il vestiario, in barba agli obblighi di Legge (regionale e nazionale), non viene fornito ormai da 3 anni. Il personale, con grande dimostrazione di attaccamento al servizio, sta riciclando da anni capi di vestiario di altri colleghi, di colleghi purtroppo deceduti negli ultimi anni, o di colleghi che, andando in pensione, hanno la buona educazione di “donare” ai bisognosi. Per quanto concerne le attrezzature elettroniche, sono spesso fuori uso ed i tempi di riparazione sono ciclopici; la vicenda dei bastoni estensibili è emblematica. Sono depositati in Comando da una decina di anni, perchè nessuno si è mai adoperato veramente per assegnarli al personale. Intanto, le aggressioni aumentano e con esse i colleghi finiti all’ospedale, gli infortuni ed i costi».
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