La Via della Seta per la Lombardia vale 17,6 miliardi di euro

Italia – Cina 44 miliardi di scambi nel 2018. In Cina presenti oltre 1700 imprese a partecipazione italiana. In Italia presenti più di 300 gruppi cinesi

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I rapporti con la Cina valgono 17,6 miliardi per la Lombardia nel 2018, il 40% del totale italiano che è di 44 miliardi. Cresce l’interscambio regionale, +10,9% in un anno. Si tratta di 13 miliardi di import (+10,5%) e 4,4 miliardi di export (+12,2%). La Lombardia è seguita in Italia da Veneto ed Emilia Romagna (oltre 5 miliardi) e Piemonte con 4 miliardi. Prime a livello nazionale Milano (8 miliardi, +12,7%) e Lodi (2,3 miliardi, +20,4%). Vengono poi Torino, Bologna, Treviso e Vicenza. Tra le prime 10 con oltre un miliardo di scambi anche le lombarde Bergamo (+7,1%), Monza Brianza (+10%) e Brescia (+8%). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e di Promos Italia su dati Istat.

Gli scambi lombardi con la Cina per settori. Nell’import prevalgono: computer e apparecchi elettronici con 4 miliardi (+26,3%), tessile e moda con 1,5 miliardi e metalli con 1,3 miliardi (+11,9%). Nell’export vanno di più i macchinari con 1,2 miliardi (+13,7%), la moda con 1 miliardo (+14,4%) e i prodotti chimici con 385 milioni (+29,2%).

«Anno dopo anno la Cina si conferma un mercato sempre più prioritario per l’export italiano ed esistono le potenzialità per un’ulteriore crescita – dichiara Giovanni Da Pozzo, presidente di Promos Italia –. È   necessario dare impulso a questo trend sia attraverso azioni mirate di sistema a supporto delle imprese sia inserendo alcune questioni chiave nell’agenda politica e a questo proposito saranno centrali questi giorni di visita in Italia del presidente cinese Xi Jinping. La firma del memorandum di intesa per sostenere la Belt and Road Initiative – conclude Da Pozzo – rappresenterebbe un segnale molto importante a livello internazionale per il sistema Italia».

Si stima che le imprese cinesi a partecipazione italiana siano oltre 1700, con circa 150 mila addetti e un giro d’affari di 22 miliardi di euro. A queste vanno sommate le 450 imprese a capitale italiano presenti a Hong Kong, che contano circa 8 mila addetti per un giro d’affari di oltre 2,3 miliardi di euro. Nel complesso, il numero di imprese italiane direttamente presenti in Cina o a Hong Kong – con uffici di rappresentanza, joint venture o WFOE – supera dunque di gran lunga le 2 mila unità, dato più che raddoppiato negli ultimi quindici anni. (fonte: Fondazione Italia Cina).

Alla fine 2017 risultavano direttamente presenti in Italia, attraverso almeno un’impresa, partecipata 300 gruppi cinesi, di cui 216 cinesi e 84 con sede principale a Hong Kong. Con riferimento alla distribuzione territoriale delle imprese partecipate concentrate per i quattro quinti del totale nelle regioni settentrionali. Spicca la Lombardia, che ospita 214 imprese a capitale cinese, pari al 41,6% del totale; seguono Lazio con 71 imprese, Emilia-Romagna con 46, Piemonte con 40 e Veneto con 36. La Lombardia guida anche la graduatoria relativa al numero di dipendenti (8.357, pari al 32,1% del totale), seguita da Emilia-Romagna (3.846), Piemonte (3.801), Veneto (3.094) e Liguria (2.932); queste cinque regioni pesano da sole per quasi l’85% del totale. (fonte: Fondazione Italia Cina).

Le imprese italiane attive sui mercati esteri come vivono la questione relativa alla possibile firma del MOU sulla Belt and Road Initiative tra il premier italiano Conte e quello cinese Xi Jinping? Le conseguenze, secondo la maggioranza delle circa 200 imprese che operano con l’estero sentite da Promos Italia, non saranno rilevanti per il 42% e lo saranno per il 37%. Per il 32% di loro non ci saranno maggiori opportunità di business, mentre il 28% ritiene che avrà un moderato impatto positivo, meno del 10% del loro export e il 15% vede un risultato positivo per il loro export d’impresa, con un impatto su oltre il 10% dei loro affari all’estero. La maggior parte delle imprese sentite da Promos Italia, il 57%, ritiene che l’accordo sulla Via della Seta porterà vantaggi nelle relazioni con la Cina e più in generale con l’area asiatica. Per il 50% non ci sarà impatto invece sul business con gli Stati Uniti, per il 34% il rafforzamento delle relazioni commerciali con Pechino potrebbe invece avere un impatto sul business nel mercato americano.

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Pubblicato il 21 Marzo 2019
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