“Riprendiamoci i nostri figli”: incontro con Antonio Polito
Appuntamento al Piccolo Teatro Cinema Nuovo di Abbiate Guazzone il 26 marzo con il vicedirettore del Corriere della Sera
La sfida educativa dei genitori diventa sempre più complicata. Di figli, libertà e responsabilità si parlerà al Piccolo Teatro Cinema Nuovo di Abbiate Guazzone il 26 marzo alle ore 21 con il vicedirettore del Corriere della Sera Antonio Polito e il dirigente scolastico del Liceo Scientifico Galileo Ferraris di Varese, Giuseppe Carcano.
“Libertà in esercizio è responsabilità: riprendiamoci i nostri figli”: è questo il titolo dell’incontro promosso dal parroco don Gianni Cazzaniga e dalla Comunità pastorale del Santo Crocifisso di Tradate, Abbiate e Ceppine. Polito affronterà attraverso le domande di Carcano i temi del suo libro dal quale prende spunto l’evento: “Riprendiamoci i nostri figli. La solitudine dei padri e la generazione senza eredità” e presenterà la sua ultima pubblicazione (“Prove tecniche di risurrezione”, Marsilio editore). “Davanti all’urgenza di rifondare l’autorità dei genitori”, scrive Polito, “la soluzione sta forse nel tornare al più classico dei compiti: trasmettere cultura, comportamenti, esperienze e valori. Primo tra tutti l’amore e il rispetto per la vita”.
Il giornalista e scrittore con i suoi testi è entrato nel vivo di una battaglia culturale volta a smascherare i nemici dei genitori: le idee e le figure che tendono a sabotarne l’autorità o che semplicemente hanno smesso di aiutarli. Dai social alla scuola, dalla politica alla Chiesa, dai cattivi maestri fino alla famiglia stessa, che ha commesso gravi errori, importando stili di vita che ne minano il ruolo. “Non ci bastano le solite litanie sul disagio, o le solite bacchettate sulle bravate provocanti dei giovani”, spiega don Silvano Lucioni, vicario parrocchiale ad Abbiate: “Non ci basta nemmeno invocare più leggi e disciplina o capacità di sacrificio. Come dico spesso ai genitori: non preparate la strada ai figli, ma preparateli alla strada. Oggi è in corso una mutazione antropologica dei ragazzi, ridotti a essere l’esercito dei selfie con i loro miti narcisistici che li estraniano dalla realtà reale e li rendono cinici, vuoti, sbandati. Noi vorremmo raccogliere la sfida educativa e lavorare su questa mutazione e sulle nostre paure. Per lanciarli sulla realtà di oggi e, un po’ come Geppetto in Pinocchio, con saggezza, forza, fiducia e respiro essere certi che nella semplicità e pazienza e testimonianza lieta i figli sono un bene per noi e per la nostra maturazione”.
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