Giovani e nuove tecnologie: “Temere i rischi fa perdere opportunità”
Gli psicologi dell’Urgenza Psicologica di Croce Rossa incontreranno sull'argomento i cittadini il 31 maggio alle 20.30 nella Tensostruttura dei Giardini Estensi
L’equipe del servizio di Urgenza psicologica della Croce Rossa di Varese organizza una conferenza pubblica su “I giovani e le nuove tecnologie”. Questo tema, che spesso suscita allarme tra genitori e figure educative, richiede una riflessione attenta. Per stimolare una migliore comprensione del fenomeno e per individuare non solo i rischi, ma anche le opportunità offerte dalla diffusione delle nuove tecnologie , gli psicologi dell’Urgenza Psicologica incontreranno la cittadinanza il 31 maggio 2019 alle 20.30 presso la Tensostruttura dei Giardini Estensi, in via Luigi Sacco 2, Varese.
Computer, smartphone, internet, social network, applicazioni (APP) di ogni genere, tecnologie multimediali e di realtà virtuale, costuiscono ormai una realtà diffusa, l’impalcatura tecnologica sulla quale poggia l’organizzazione della vita sociale e che struttura le esperienze della vita quotidiana di ciascuno di noi, in ogni ambito, dal lavoro, alla scuola, al tempo libero. Al tempo stesso la diffusione di queste tecnologie suscita interrogativi e timori riguardo all’impatto che esse hanno sulle nuove generazioni, su bambini e adolescenti, sul loro modo di pensare, di vivere le emozioni e di relazionarsi tra loro e con gli adulti. Nella riflessione pubblica il timore dei fenomeni di dipendenza, di cyberbullismo, di utilizzo rischioso della rete lascia spesso in ombra le opportunità di miglioramento della qualità della vita che accompagnano l’utilizzo di queste tecnologie.
«Talvolta – spiega la dottoressa Balena, coordinatrice del servizio di Urgenza Psicologica di Varese – ci troviamo a rispondere a richieste di aiuto da parte di genitori allarmaE per l’uso massiccio che i figli fanno del computer o dello smartphone. Tuttavia, esaminando la situazione, spesso ci rendiamo conto che l’aumento delle ore trascorse al computer da parte di un ragazzo è ‘segno che c’è un problema’, ma non necessariamente ‘la causa del problema’. Inoltre, in quanto psicologi non possiamo trascurare anche le potenzialità per lo sviluppo cognitivo e il miglioramento della qualità della vita offerte da queste tecnologie».
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