Giovani di Valore: il distretto di Sesto Calende fa il punto dopo 3 anni

Il progetto, finanziato da Fondazione Cariplo, è iniziato nel 2016 allo scopo di far crescere l’occupabilità dei ragazzi del territorio di età compresa tra i 17 e i 29 anni

giovani di valore

Lunedì 6 maggio Comabbio ha ospitato l’incontro di restituzione del progetto Giovani di Valore relativamente all’ambito territoriale di Sesto Calende. La location dell’incontro, il bar Le Gemelle Cafè di Camilla e Martina Gila, non è stata scelta in modo casuale: le titolari, due ragazze poco più che ventenni, esercitano un’attività imprenditoriale all’interno di uno spazio comunale su cui l’amministrazione ha voluto investire e rispondono perfettamente agli obbiettivi perseguiti da Giovani di Valore.

Il progetto, finanziato da Fondazione Cariplo, è iniziato nel 2016 allo scopo di far crescere l’occupabilità dei ragazzi del territorio di età compresa tra i 17 e i 29 anni e si chiuderà il 31 maggio 2019. È quindi tempo, dopo tre anni, di fare il punto della situazione. Per questo motivo Daniela Restivo, responsabile ufficio di piano di Sesto Calende, ha coinvolto, in un incontro più territoriale rispetto a quello generale che si terrà il 16 maggio a Tradate, comune capofila delle rete, i rappresentanti delle amministrazioni, delle scuole e degli istituti professionali che hanno partecipato attivamente alla progettualità.

«Se ripenso ai primi incontri di presentazione dell’avvio progetto effettivamente il tempo sembra passato in fretta. Sono stati tre anni – racconta Restivo – molto pieni, che ci hanno messo spesso in discussione rispetto al tema, molto sfidanti anche a causa delle particolarità dei singoli territori che hanno partecipato alla progettazione». Anche Marina Paola Rovelli, sindaco di Comabbio, ricorda gli inizi: «quando è arrivata la proposta di progettare qualcosa di strutturato e di così grande, è stata una scommessa presa con impegno. Per gli amministratori è un indirizzo politico, ma anche un indirizzo di vita, perché i giovani sono la risorsa principale dei nostri territori, ed è importante permettere loro di venire in contatto con realtà diverse, trovare la loro strada e trovare il loro talento».

Un ruolo di fondamentale importanza hanno avuto, all’interno delle amministrazioni comunali che hanno accettato la sfida proposta da Giovani di Valore, il tavolo degli sportelli e gli operatori. Si è deciso, infatti, di radicare su una realtà presente in tutti i comuni una parte forte di lavoro. «Seppur in un primo momento – spiega Roberta Ascari, coordinatrice tavolo sportelli distretto Sesto Calende – si aveva l’ambizioso progetto di creare sportelli ad hoc con il nome di “Job caffè”, nel tempo si è preferito optare per l’utilizzo di spazi già esistenti, gli Sportelli Sociali di Cittadinanza, che da sempre si occupano di lavoro, ma con un’utenza principalmente fatta di persone “fragili”».

In futuro, però, la situazione sportelli è destinata ad evolversi, in arrivo grandi novità: «è nata l’esigenza di ragionare ancora di più sul tema lavoro, esigenza partita dagli operatori comunali che incontrano tutti i giorni i cittadini. Gli sportelli cambieranno il nome, non saranno più Sportelli Sociali di Cittadinanza, perché troppo legati al tema sociale, ma diventeranno “Spazio mio”.  Un lavoro futuro con i comuni saranno i luoghi degli sportelli e la forza di questo progetto saranno nuovamente le sinergie che si muoveranno tra gli attori coinvolti»

È Chiara Robustellini poi, coordinatrice della cooperativa l’Aquilone, una dei 17 partner coinvolti in Giovani di Valore, a illustrare il report del triennio: «la partenza è stata calma, non si è partiti subito con grandi azioni, si è preferito ragionare e interloquire, si è parlato tanto con la scuola e con i servizi che hanno fatto parte del progetto. Sono arrivate tante risorse, tanti input ed è servito tempo per indirizzarli”.

Le attività svolte, riassumibili in quattro blocchi principali: corsi e percorsi di formazione, luoghi di progetto, alternanza scuola-lavoro, curriera, hanno coinvolto in soli 3 anni, limitatamente ai 13 comuni del distretto sestese, più di 800 ragazzi, molti dei quali avvicinati tramite la scuola, altri invece tramite i tanti eventi proposti sul territorio.

Un tema caro al progetto è quello della “Terza via”: università, lavoro, o Anno sabbattico? In Italia quando si parla di anno sabbatico si pensa sempre a qualcosa di negativo, alla “perdita di tempo”. Per sfatare questo mito Giovani di Valore ha portato nelle scuole, alla diretta conoscenza dei ragazzi, varie alternative possibili alle due alternative canoniche: “continuo a studiare o  trovo un lavoro?”

Si tratta sia di esperienze all’estero, come volontari o ragazzi alla pari con: CES – Corpo europeo di solidarietà, 3S soggiorni studio, Eurodesk Varese ,che di corsi o tirocini per avvio alla professione come:  corsi ITS e IFTS e tirocini presso CFP Ticino-Malpensa.

di Maria Teresa Longobucco

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Pubblicato il 09 Maggio 2019
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