Il piantone di via Veratti è al lumicino: “A questo punto abbattetelo”
A dirlo è Daniele Zanzi, ora vicesindaco ma, da agronomo, per molti anni "manutentore" della pianta. Una decisione non è stata però ancora presa
Il famoso piantone di via Veratti, l’ultracentenario (è stato piantumato nel 1870) cedro del Libano sotto cui generazioni di varesini si sono dati appuntamento è al lumicino: i suoi rami non hanno quasi più foglie, la sofferenza è evidente per tutti coloro che vi passano davanti.
Una “agonia” che si prolunga da molti anni: il destino del piantone infatti risultava già segnato nel 2016, quando sono stati potati alcuni rami pericolanti e sono stati fatti alcuni lavori per cercare di rimetterlo in un migliore stato di salute.
Ora la vista è davvero penosa: e si moltiplicano sui social le foto che mostrano lo stato di sofferenza di questo simbolo verde di Varese.
ZANZI: ”A QUESTO PUNTO E’ MEGLIO ABBATTERLO”
«Che avesse dei gravi problemi, era già noto da tempo: del resto è un albero ultracentenario in un contesto urbano» spiega Daniele Zanzi.
Zanzi, oggi vicesindaco, ma innanzitutto agronomo di fama internazionale di professione, ha seguito le sorti del “Piantone” per lunghi anni, come titolare della Fitoconsult: «L’abbiamo tenuto sotto controllo, facendone la manutenzione e “mappando” il suo stato di salute per anni – Spiega – Era un albero “anziano” ma siamo riusciti a tenerlo in equilibrio per lungo tempo. Dal 2011 però le cose sono precipitate».
A farle precipitare, è stata la mano dell’uomo: «In quell’anno è stata realizzata l’ipermeabilizzazione della zona intorno al piantone secondo delle norme che risultavano corrette secondo il regolamento comunale ma non certo secondo le necessità della pianta, che aveva bisogno di molto più respiro. Il risultato è stato che il suo equilibrio instabile si è rotto, e pian piano è arrivato nello stato che vediamo ora».
Allora: «Io mi arrabbiai molto, soprattutto per il fatto che non mi era stata chiesta una consulenza sulla opportunità dell’operazione: avrei spiegato quali erano i problemi e i rischi per la pianta, che poi si sono avverati. Da allora, ritirai il mio servizio di manutenzione volontario – era legato solo a una sponsorizzazione, ma i soldi che mettevo nella cura erano miei, quasi 40mila euro – e non me ne sono più voluto occupare. MI faceva, e mi fa, male anche solo vederlo».
Ma davvero non c’è più nessuna possibilità di salvarla? «Forse sarebbe stato possibile due anni fa, all’epoca degli ultimi lavori fatti sulla pianta. Che però sono stati un semplice lavoro di potatura dei rami pericolanti, e qualche cosa in più: niente di radicale, come avrebbe dovuto essere fatto se l’ottica era quella di tentare di salvarla. A questo punto, francamente, l‘unica cosa da fare è abbatterlo. Per la sicurezza di tutti, e consapevoli che non c’è più niente di ragionevole da fare».
UNA DECISIONE DIFFICILE, CHE NON E’ STATA ANCORA PRESA
Quella di decidere il suo abbattimento non è una delle decisioni che non si prendono a cuor leggero visto la qualità di simbolo cittadino che ha la pianta. Da anni però, ormai, a strada del piantone è segnata. Prima o poi bisognerà abbatterlo. «Non abbiamo ancora deciso niente, in merito» specifica l’assessore all’ambiente Dino de Simone. Ma prima o poi la decisione dovrà essere presa. E con lei, anche quella di cosa fare dopo, dell’”angolo del Piantone”.
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Anni fa durante un viaggio a New York,notai che avevano scavato tutto intorno ad una pianta enorme che proprio come il piantone soffriva tantissimo. Non so se sia il caso del nostro cedro,ma quella volta mi spiegarono che il problema era il fatto che tutto intorno il terreno era impermeabilizzato e le radici non ricevevano acqua. Tempo dopo ripassai e la pianta si era perfettamente ripresa,gli costruirono tutto intorno una pavimentazione altamente drenante per irrigare le radici con l’acqua piovana.