Cala la produzione dell’industria lombarda, regge quella dell’artigianato
Anche il dato tendenziale presenta lo stesso schema, negativo per l'industria (-0,9%) e leggermente positivo per l'artigianato (+0,3%). Peggiorano le aspettative sulla domanda sia estera che interna
La produzione lombarda, in sintonia con il peggiorato clima economico internazionale, presenta una svolta negativa del dato congiunturale (-1,2%) per l’industria, mentre per l’artigianato il risultato rimane positivo (+0,2%).
Anche il dato tendenziale presenta lo stesso schema, negativo per l’industria (-0,9%) e leggermente positivo per l’artigianato (+0,3%). Peggiorano le aspettative sulla domanda sia estera che interna.
Sono questi i dati emersi nella tradizionale conferenza stampa organizzata da Unioncamere Lombardia per illustrare l’andamento delle imprese manufatturiere presenti in Regione a cui ha partecipato l’assessore allo Sviluppo Economico Alessandro Mattinzoli.
SALE IL SETTORE DEL LEGNO, CALA ABBIGLIAMENTO
In crescita significativa rimangono i settori del legno-mobilio (+1,7%), degli alimentari (+1,7%), della siderurgia (+1,0%) e della chimica (+0,5%). Cali si registrano per abbigliamento (-9,7%) pelli-calzature (-2,7%); meccanica (-1,6%); tessile (-1,3%); mezzi di trasporto (-1,2%); carta-stampa (-0,9%); manifatturiere varie (-0,8%).
L’indice della produzione industriale, scende a quota 110,4; per le aziende artigiane l’indice della produzione sale a quota 98,2.
OCCUPAZIONE IN CRESCITA
L’occupazione per l’industria presenta un saldo positivo (+0,3%), grazie a un tasso d’ingresso che sale al 2,2%, contrastando la crescita del tasso d’uscita (1,7%). Anche nell’artigianato il saldo occupazionale e’ positivo (+0,7%).
MEGLIO LE ASPETTATIVE DEGLI IMPRENDITORI
Le aspettative degli imprenditori industriali sulla produzione, dopo il peggioramento continuo degli ultimi quattro trimestri, tornano positive. Nel caso dell’artigianato sono più pessimistiche, con saldi tra previsioni di crescita e diminuzione negativi per quasi tutte le variabili. Una zona-euro basata sul traino dell’export tedesco che, attraverso le catene dell’offerta, ha un impatto particolare sulle vicende lombarde, viene a trovarsi di fronte ad una nuova sfida che sarà tanto più ardua quanto più le vicende internazionali si allontaneranno dalle forme con cui si sono manifestate nell’ultimo decennio.
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