L’acqua, le vigne e le vongole lungo il cammino di Santiago

Una splendida tappa da Armenteira a Villanova de Arousa lungo le attività antiche e moderne dell’uomo e immersi nella Galizia di mare e di collina

Cammino portoghese

Una tappa splendida. Da Armenteira a Villanova de Arousa lungo tutto il cammino si resta incantati. Una prima parte tutta immersa nel bosco con il torrente che scorre al fianco del sentiero con ponticelli che fanno passare da una parte all’altra. Antichi mulini e una ricca vegetazione. Si scende velocemente per circa sette chilometri senza nemmeno accorgersi della pendenza perché la natura è una protagonista così deliziosa che sembra di volare.

Ad Armenteira alle prime ore del mattino, quando il sole non è ancora arrivato a illuminare la valle, regna il silenzio, interrotto solo dal canto dei galli e di alcuni uccelli.

Il sentiero dell’acqua e delle pietre ci porta velocemente in un altro scenario altrettanto affascinante con l’acqua che si contende la bellezza con le vigne a pergolato che disegnano in modo regolare il confine del sentiero.

L’ultima parte della tappa si sviluppa tra stradine laterali e piccoli boschi.

Un cammino per la gran parte fuori dall’asfalto e nessun centro abitato, se non piccoli villaggi. L’arrivo a Villanova de Arousa è ancora una volta possibile grazie a un ponte.

Da uno di questi si può assistere al lavoro per la raccolta delle vongole. Protagoniste sono le donne dell’associazione Amarcarril che coltivano e raccolgono il prezioso prodotto che finirà sulle tavole di tanti ristoranti dopo essere passate da un centro di depurazione. L’estuario di Arousa è uno dei più grandi della Galizia dove arrivano i fiumi Ulla e Úmia. Il vento e la conformazione del terreno rendono questo lembo di terra tra i migliori al mondo per l’allevamento delle vongole.

Il cammino permette di incontrare e conoscere la natura come le attività dell’uomo. Un fascino particolare perché in ogni zona e in ogni tappa ci sono storie da scoprire.

La tappa di oggi è andata via tranquilla per i primi venti chilometri poi il dolore al muscolo tibiale anteriore sinistro è tornato a farsi sentire con insistenza. A questo si è aggiunto il più classico dei fastidi che ero riuscito a prevenire fin qui: una vescica che ha preso mezzo dito del piede destro. Olè.

Domani approfitto delle buone previsioni del tempo e faccio una seconda sosta forzata. Mancano ormai solo 30 chilometri a Santiago, oltre alla Traslatio con una barca da Villanova alle porte di Padron. Questa variante Espiritual è stata un’ottima scelta e la sto condividendo con Laura, Pina e Roxana. Un gruppetto ben assorbito con me nella parte del più anziano e poi 56, 38 e 25 anni. Lo stop di domani mi farà sicuramente perdere una parte della piccola comitiva, ma del resto è importante ascoltare questi segnali del corpo.

Emilio ci ha accolti nell’ostello pubblico del paese. “Sono tre anni che faccio il volontario. Per ottimizzare i tempi ho anche trasformato l’ufficio in una piccola stanza anche perché quando arrivano tanti pellegrini l’impegno richiede tante ore di attività. Purtroppo quando le persone si avvicinano a questo lavoro e sentono che non è previsto un compenso economico, rinunciano e così non riesco mai a staccare”.

Lui ci accoglie, spiega tutto quello che si può fare in paese, le possibili modalità per proseguire il cammino e poi pensa a far andare lavatrice e asciugatrice per chi desidera questo servizio. L’ostello è al primo piano del palazzetto dello sport e si usano i servizi dello stesso. Persone come Emilio, Antonio ad A Guarda e altre che abbiamo incontrato sono essenziali per il cammino perché senza di loro non sarebbe possibile una accoglienza così economica e anche comunitaria.

Marco Giovannelli
marco@varesenews.it

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Pubblicato il 08 Luglio 2019
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