Candiani sulla crisi: “Siamo tornati ai tempi della peggior Prima Repubblica”

Il senatore leghista si ritiene “sconcertato per un simile inciucio di palazzo e per l’indifferenza di questo valzer"

stefano candiani

“Movimento 5 Stelle e Pd pronti a firmare un patto, ciascuno col proprio diavolo, per salvarsi la poltrona. Siamo tornati ai tempi della peggior Prima Repubblica”. Mentre a consultazioni ancora in corso sembra avvicinarsi l’accordo tra il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico per un nuovo Governo, il Senatore della Lega Stefano Candiani si ritiene “sconcertato per un simile inciucio di palazzo e per l’indifferenza di questo valzer irrispettoso verso gli italiani e verso qualsiasi senso di coerenza”.

“Dopo quel voto Lega e Cinque Stelle si accordarono su un contratto – ricorda Candiani – con l’obbiettivo di fare per gli Italiani e uniti da 5 anni di opposizione al Pd di Renzi e a quel modo di condurre il Paese. Oggi invece pur di evitare il voto sono pronti ad andare a braccetto dopo anni di insulti, attacchi e contrasti duri su qualsiasi cosa. Ne vedremo delle belle”.  Candiani ripercorre i 14 mesi di convivenza con al Governo: “Per un anno, almeno fino a Natale, abbiamo lavorato molto bene e ottenendo tanto su diversi temi, alcuni più vicini alla Lega altri al Movimento 5 Stelle. Poi si sono avvicinate le elezioni europee che hanno fatto impazzire Di Maio come la maionese, e con lui gli equilibri nei 5 Stelle. Sono cominciati i no a tutto ciò che proponeva la Lega e le invasioni di campo dei loro sottosegretari e ministri in materie e deleghe che non li competono, dai Vigili del Fuoco alla Polizia, solo per guardare al Ministero dell’Interno”.

Ed è in quei mesi che si sono fermati anche i lavori per le linee guida del nuovo Testo Unico degli Enti Locali: “Lavoravamo da dicembre con Anci e Upi e successivamente con anche le Regioni – ricorda Candiani – Al mio fianco c’era il viceministro Laura Castelli, con la quale si è condiviso un buon lavoro e un ottimo percorso, con idee positive per il futuro delle Province e la ripartenza del Paese. Fino a che Di Maio senza nulla sapere e nulla chiedere nemmeno al suo viceministro s’è inventato dettagli mai stati nemmeno all’ordine del giorno. Stop simili anche sull’Autonomia, l’ambiente, le opere, la Flat tax e la Tari in bolletta per i Comuni in dissesto che non riescono a riscuotere le tasse, chiestaci proprio dai sindaci. No a una vera riforma della giustizia, preferendo invece una linea manettara che considera i cittadini colpevoli sino a prova contraria. E ultimo il no al Tav, in cui i 5 Stelle hanno di fatto sfiduciato Conte che pochi giorni prima aveva dichiarato la non convenienza di uno stop, nonostante quanto sosteneva Toninelli”.

Ora il Movimento 5 Stelle e il Pd sono pronti ad andare a braccetto, come già avevano iniziato a fare in Europa, invece che restituire la parola agli italiani – conclude Candiani – E vorrei chiedere al collega senatore, varesino, Gianluigi Paragone che a settembre doveva iniziare a dirigere i lavori della commissione d’inchiesta sulle banche, come sarà lavorarci insieme a Boschi, Renzi, Lotti e al Pd? Conoscendo il suo impegno, e ricordando la sua campagna elettorale, non so quanto sia felice di questo accordo frutto solo della cupidigia politica di Di Maio e della Casaleggio. Hai capito con chi ti sei messo? I tuoi colleghi lo hanno capito? Questo è un grande momento di verità, in cui si vede chi è coerente e chi è disposto a tutto pur di salvar la ‘cadrega’”.

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Pubblicato il 22 Agosto 2019
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