Conte al Quirinale, a colloquio con il Presidente della Repubblica
Al presidente del Consiglio uscente dovrebbe essere indicato un incarico pieno per la -non facile- attività di sintesi tra PD e 5 Stelle
Giuseppe Conte è arrivato al Quirinale alle 9.30 di oggi, giovedì 29 agosto. Il premier uscente è atteso dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che dovrebbe conferirgli l’incarico di formare un nuovo governo tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico.
Per Conte si preannuncerebbe così un mandato pieno e non un semplice incarico esplorativo perchè -come richiesto dal Capo dello Stato- il suo nome è stato indicato da entrambe le forze politiche del nascente governo. Secondo la prassi istituzionale Giuseppe Conte dovrebbe accettare con riserva l’incarico e poi avviare proprie consultazioni. Una procedura che il premier dimissionario ha già vissuto ma che questa volta ha un elemento ben diverso: un anno fa Conte si era trovato davanti un programma già fatto, quello del famoso contratto di governo, mentre oggi è chiamato ad una non facile attività di sintesi tra PD e 5 Stelle.
Una decisione arrivata dopo una lunga giornata di consultazioni. Da un lato il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico hanno espresso a Sergio Mattarella la volontà di creare un governo insieme e -come richiesto dal Capo dello Stato- non hanno chiesto più tempo ma hanno indicato un nome, quello di Giuseppe Conte appunto. Dall’altro tutto il centrodestra ha chiesto un ritorno alle urne il prima possibile, chiudendo la porta al governo.
PD e Movimento 5 Stelle trovano l’accordo: “Sì ad un Conte bis”
Nelle dichiarazioni a margine delle consultazioni, però, Di Maio ha anche confermato che in questi ultimi giorni la Lega ha cercato di ricucire lo strappo della crisi di governo lanciata da Salvini l’8 agosto. «La Lega mi ha informato di voler proporre me come Presidente del Consiglio dei Ministri per riproporre un governo con il Movimento 5 Stelle -ha detto il leader pentastellato- e mi ha informato di averlo comunicato anche a livello istituzionale». Ecco quel momento della sua dichiarazione
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Questa ultima decisione del PD di supportare un insieme di personaggi più o meno discutibili nel tentativo di traghettare il paese tra 1 anno al voto con una manovra finanziaria degna da Stato civile e non da Sudamerica rischia di essere male interpretata e di fare più danno che beneficio. Sicurante quello avvantaggiato da questa situazione sarà Salvini e la Lega che puntando sulla volontà popolare (e qui ci sarebbe da analizzare la precedente bislacca alleanza 5S/Lega) alle prossime elezioni ne trarrà beneficio. Anche a fronte di manovre miracolose questo governo si scontrerà sempre con la pancia degli italiani così sempre movimentata e sollecitata da social network e dichiarazioni più orientate alla spettacolarizzazione e al ritorno di immagine. Il problema non è il voto o far votare, il problema è che gli italiani non informandosi adeguatamente votano per simpatia, per sensazioni oppure per convenienza economica. È storicamente risaputo che un evasore voterà sempre verso destra visto la loro innata propensione a condoni e moratorie. Il PD deve tornare a parlare con le sigle sindacali e con gli operai, con il tessuto industriale completamente dimenticato da questa destra. Forse un po’ meno propaganda sui migranti ed una riconnessione verso le battaglie storiche legate al mondo del lavoro riusciranno a salvare il centro sinistra da una probabile ed annunciata estinzione alle prossime elezioni.
Zingaretti non dire che non ti avevo avvertito.