Troppe cattedre ancora vuote nelle scuole varesine

A due settimane dell'avvio dell'anno scolastico, il segretario Flc Cgil denuncia problemi. Gravissima la situazione del sostegno

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La scuola è iniziata da due settimane ma, in molte classi, le cattedre rimangono vuote.

Le procedure per le nomine dei docenti da parte dell’Ufficio scolastico territoriale si sono concluse all’inizio di settembre. La copertura dei posti dell’organico, però, è rimasta parziale in molti istituti che stanno ora convocando personalmente i supplenti: « La situazione è davvero molto complicata – spiega Alessandro Viggiano, segretario provinciale Flc Cgil – È una situazione diffusa in tutta la Lombardia anche se, nel nostro territorio, si registrano aree messe meglio, come il Saronnese, e aree messe peggio, come nel Gallaratese. In una scuola superiore di Varese sono scoperte ben 17 cattedre di sostegno di cui una fino al 31 agosto 2020 e le altre sino a giugno».

Le difficoltà sono generalizzate ma, oltre al sostegno, è il ciclo primario ad essere penalizzato soprattutto alle elementari: « Dopo le assunzioni fatte con quella che è stata chiamata “La Buona scuola” e che stabilizzava precari storici, non si è fatto altro. Purtroppo non sui mette in ruolo e, soprattutto, non si bandiscono concorsi. Così stiamo andando verso una grave carenza di determinate figure. Mi riferisco agli insegnanti di matematica, fisica o scienze, per esempio, per i quali si rischia davvero l’azzeramento delle graduatorie se non si dà un po’ di interesse a questa figura professionale. È una questione economica perché la scuola ha bisogno di investimenti sostanziosi, ma anche politica perché non si fanno i concorsi così anche i neo laureati non possono inserirsi».

E se per le cattedre ordinarie le carenze sono fisiologiche, sul sostegno stanno diventando croniche con l’impiego, in alternativa, di insegnanti senza idonea formazione: « Ogni anno si ripete lo stesso scenario violando i diritti di studenti e famiglie che affrontano il nuovo anno senza sapere se ritroveranno gli stessi docenti e se ci saranno tutti. Il sistema deve garantire il diritto allo studio».

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Pubblicato il 26 Settembre 2019
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