Il lavoro del futuro si impara alla Liuc

Dal 25 ottobre parte un nuovo corso alla Liuc. E’ dedicato al lavoro del futuro e lo condurrà Luca De Biase, caporedattore del Sole 24ore e responsabile di Nova

Generico 2018

“Il lavoro del futuro è l’apprendimento del lavoro del futuro”. Non è uno scioglilingua, ma una indicazione precisa su quanto stiamo vivendo e Luca De Biase lo racconterà in sedici ore in un corso per l’università Liuc di Castellanza.

“L’economia – come si può leggere sulla descrizione del corso – affronta una nuova grande trasformazione sulla scorta dei tre motori del cambiamento: l’innovazione tecnologica, la globalizzazione e la ricerca della sostenibilità. In questo quadro, il modo di lavorare e la concezione stessa del lavoro possono cambiare. In questo corso di 16 ore si cercano i fatti di oggi che aprono finestre importanti sul futuro del lavoro.

Le conseguenze della robotica e dell’intelligenza artificiale, della genetica e della nanotecnologia, delle piattaforme e del commercio digitale globale, dei network sociali e dell’economia dei dati sono analizzate in funzione delle mutazioni che introducono per le professioni e i mestieri”.

Chi meglio di Luca De Biase, giornalista, responsabile di Nova, le pagine sulla tecnologia del Sole 24ore, poteva affrontare una sfida di questo genere. In questi anni ha condotto un centinaio di interviste sul lavoro del futuro. Una attività che non ha sosta e che continua. La relazione con gli studenti permetterà di implementare questa indagine.

“Collaborare con l’università è una bella opportunità. – Afferma De Biase – Quando mi hanno chiesto di proporre qualche idea ho subito pensato al mio lavoro. Parlando del lavoro il futuro appare più concreto. Ti apre il cervello interrogandoci sugli scenari”.

Il corso ha diversi obiettivi culturali.  Gli studenti che seguiranno il corso dovrebbero diventare capaci di:

– comprendere le grandi dinamiche della trasformazione

– comprendere il senso dell’economia della conoscenza

– conoscere le principali frontiere della trasformazione tecnologica

– vedere le conseguenze della trasformazione sui principali modi di lavorare

– assumere un atteggiamento attivo nei confronti della loro futura professionalità

– assumere una visione critica e strategica nei confronti del lavoro del futuro

“Oggi il problema è che le tecnologie, la globalizzazione sono motori di cambiamento tali che quello che sappiamo fare diventa obsoleto molto velocemente e quindi dobbiamo continuamente imparare a fare altro. Viviamo un’epoca in cui c’è una forte dicotomia tra i lavori della conoscenza e gli altri. I primi richiedono attitudini particolari e queste non partono dalla flessibilità, ma dalla capacità di saper cambiare strada se necessario”.

Il corso vuole preparare gli studenti a prepararsi per il lavoro del futuro. Quindi richiede attenzione alle informazioni che saranno trasmesse e partecipazione attiva nella produzione di nuove informazioni che possano contribuire alla conoscenza delle grandi trasformazioni in atto nel presente e delle loro conseguenze sul lavoro del futuro.

In estrema sintesi, si può dire che il nuovo modo di lavorare si può descrivere più come un insieme di progetti che come un insieme di mansioni. Questo si può comprendere in parte seguendo le lezioni frontali, in parte partecipando attivamente alla comprensione delle conseguenze di questa trasformazione, discutendo a lezione le informazioni acquisite e cercando ulteriori informazioni originali. Queste, a loro volta, potranno far parte del grande progetto di comprendere il lavoro del futuro: i migliori contributi infatti saranno proposti – con il consenso degli autori ovviamente – anche nel podcast intitolato “Il lavoro del futuro” prodotto dal Sole 24 ORE che continua l’inchiesta pubblicata nel libro di Luca De Biase, Il lavoro del futuro, Codice Edizioni, 2018.

LE INFORMAZIONI SUL CORSO

Redazione VareseNews
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Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 11 Ottobre 2019
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