Una “sostenibilità etica” per robot e tecnologia
Al festival di Internazionale Maurizio Landini e Paul Mason a confronto sul futuro del lavoro e il progresso tecnologico
Arrivando a Ferrara, nel periodo del Festival di Internazionale, tra biciclette onnipresenti e atmosfere rinascimentali, si sente di essersi calati in un mondo vivo, connesso e speranzoso, pronto ad affrontare le sfide che il futuro gli impone. Un grande punto di domanda lo pone la sempre più grande automazione dei processi produttivi: come si armonizza tutto questo con il mondo del lavoro a cui siamo abituati? Quali sono i nodi principali di questa transizione, e quali strumenti hanno i governi davanti ad essa?
Paul Mason, giornalista britannico, e Maurizio Landini, segretario generale della CGIL ne hanno parlato nel contesto di un gremito Teatro Nuovo: pochi ma essenziali i punti che individua Landini, ironicamente in collegamento da Roma con qualche difficoltà tecnica: “Quello che la classe politica dovrebbe capire, è che questo cambiamento investirà per forza di cose una dimensione sociale molto ampia. Bisogna quindi cercare di trovare risposte organiche al problema, se si vuole vedere come tale; più automazione infatti non si traduce necessariamente meno lavoro, ma si traduce in un ulteriore cambiamento delle attività della classe lavoratrice. Non dobbiamo avere paura del progresso, ma porci comunque delle domande: chi controlla l’avanzamento tecnologico? Con quale scopo? Come alfabetizzare i lavoratori al linguaggio delle moderne tecnologie, in un paese, il nostro, dove 1/3 della popolazione non utilizza internet?”.
Su quest’ultimo punto infatti il dibatto è grande, ma condivisa è la necessità del riconoscimento del “diritto alla formazione e all’aggiornamento” lungo tutta la vita lvorativa. “Il lavoro cambia- conclude Landini- e dobbiamo fare in modo di cambiare con lui, senza però accontentarci di scelte prese dall’alto per logiche di mercato, ma riportando la tecnologia a contatto con le persone, fondando un nuovo patto sociale con lo Stato e prendendo la strada di una sostenibilità ecologica e sociale condivisa. È in sostanza una questione di democrazia economica che prima o poi, a livello nazionale ed europeo, bisognerà affrontare. Per essere pronti la CGIL si muove, cercando di recuperare la frammentazione del mondo del lavoro, che crea una concorrenza svilente, al ribasso, in un modello che da un po’ di anni si è rivelato nocivo per il pianeta e per gli equilibri sociali. Costruire una nuova cultura del lavoro è essenziale”.
Mason invece porta, tra le ansie della Brexit e le speranze, condivise da Landini, di una nuova coesione del Labour europeo, una proposta di “sostenibilità etica” con la quale le macchine dovrebbero essere concepite ricalcando le tre regole dei robot di Azimov: “La macchina deve essere riconoscibile, deve mettere in conto di dover essere strumento dell’agire umano e del suo sviluppo armonioso. Secondariamente deve seguire le leggi, e, terzo, non deve usare i miei dati. Secondo queste regole, abbozzate, la società dovrebbe riuscire a costruire un nuovo forte umanesimo, consapevole delle conquiste fatte e in grado di non farsi fagocitare da sé stesso”.
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