Cervi, parole da varesino: “Sto bene e non vedo l’ora di sentire il calore di Masnago”

Intervista al nuovo pivot della Openjobmetis. «Devo riprendere il ritmo partita, ma sono già a disposizione per giocare. Caja? Mi piacciono gli allenatori che danno disciplina e regole chiare»

Riccardo Cervi basket

L’avvicinamento, l’intercessione di Silvio Barnaba, la preparazione, le trasferte al seguito della squadra, la firma. Riccardo Cervi ha appena completato “l’iter” con il quale è diventato un giocatore della Pallacanestro Varese (l’ufficialità è arrivata nella mattinata di mercoledì 27), si è unito agli allenamenti di quelli che sono i nuovi compagni e – parole sue – è pronto per giocare pur con la ovvia ruggine da togliere dopo oltre sei mesi lontano dalle partite.

Riccardo, anzitutto benvenuto a Varese. A che punto siamo per quanto riguarda la condizione?
«Il lavoro che ho svolto con Barnaba è stato fantastico: ci conosciamo dalla mia stagione ad Avellino e con lui mi trovo molto bene. Ho svolto i primi allenamenti collettivi e inizio a “sentirli” nelle gambe, però sto bene e procedo con l’amalgamarmi nel gruppo. I ragazzi mi hanno accolto benissimo, anche fuori dal campo: insomma, mi sento già parte della squadra».

Domenica contro Roma sarà già in campo?
«Vedremo, quello lo decide lo staff tecnico. Però mi sento in grado di giocare; mi manca un po’ di ritmo come è normale che sia, ma se verrò chiamato in causa, ci sarò».

A proposito di staff tecnico, conosceva già Attilio Caja? Come sono stati i primi giorni di lavoro con un tecnico che tutti descrivono come molto esigente?
«Con Caja mi ero incrociato ai tempi della Nazionale sperimentale ma fu un periodo molto breve, e comunque le dinamiche in un club sono molto diverse. Il coach è esigente, è vero, ma a me piace quando in squadra e in campo ci sono disciplina e regole chiare. Sto cercando di assimilare il più possibile, anche dal vivo visto che ho assistito da bordo campo a tutte le partite che la Openjobmetis ha disputato nell’ultimo periodo. È stato un mese molto utile per potermi inserire in gruppo anche a livello tecnico».

Come si trova con i suoi pari ruolo, Simmons e Gandini? Con il pivot americano, l’impressione è che siate in qualche modo complementari per quanto riguarda le caratteristiche tecniche.
«Fino a oggi gli allenamenti con la squadra sono stati davvero pochissimi; ho trovato una competitività positiva in campo, dove si lavora per migliorare, e una bella accoglienza in spogliatoio, tanto che è piacevole trascorrere del tempo anche fuori dal palazzetto. Ed è vero che a livello tecnico tra me e Simmons ci sono alcune differenze». 

riccardo cervi basket
La firma sul contratto, accanto ad Andrea Conti

A Reggio Emilia, per chi ha fatto il tifo?
«Beh, anche se non avevo ancora firmato il contratto ero comunque al PalaBigi con Varese, quindi ho sperato in una vittoria della Openjobmetis. Chiaramente però, a Reggio resto molto affezionato perché è la mia città e lì ho vissuto tante emozioni da giocatore».

A proposito di tifo: nel corso della partita con Venezia ha potuto vedere il palazzetto “in azione”. Che sensazioni ha avuto?
«Contro la Reyer si avvertiva davvero tanto calore, ed è quello che mi aspetto di sentire in occasione delle partite interne. Sono qui da un mesetto e passeggiando in città si avverte davvero questa vicinanza alla squadra: non vedo l’ora di essere in campo e di sentire il coinvolgimento dei tifosi biancorossi».

A Varese vestirà la maglia numero 10 al posto della “sua” 14. Qualche riferimento in particolare?
«Visto che il 14 è sulle spalle di Mayo, io ho preso il 10 che, in un certo senso, è il “numero di famiglia”, perché è quello che indossava mio papà ma anche quello utilizzato da mio cugino Simone. Dò continuità alla nostra tradizione».

riccardo cervi basket
Cervi in azzurro al preolimpico di Torino (foto FIBA)

È notizia di ieri il sorteggio che ha coinvolto la Nazionale per il torneo Preolimpico che si giocherà a Belgrado. L’azzurro, e in particolare il Preolimpico, rientrano ancora nei suoi obiettivi?
«La premessa è che da ora penso a Varese e a fare bene qui: se dovessi arrivare in quel momento in piena forma sarebbe davvero bello tornare in Nazionale e disputare il torneo che porta ai Giochi. Dico piena forma, perché un appuntamento del genere, con partite ravvicinate, va disputato quando si è al top della preparazione. Io c’ero anche a Torino, al precedente Preolimpico perso in finale con la Croazia, ho anche uno stimolo in più per via della voglia di rivincita dopo quella occasione».

Chiudiamo con una domanda sul prossimo impegno: domenica a mezzogiorno a Masnago arriva la Virtus Roma. Che partita si aspetta?
«Affrontiamo una squadra da non sottovalutare perché ha giocatori pericolosi in diversi ruoli. Jefferson e Dyson innanzitutto, ma ce ne sono anche altri, meno conosciuti, che però sanno colpire. Per questo Roma andrà “studiata” bene anche a livello di singoli e affrontata fin da subito con un approccio “forte”, per far capire quali sono le nostre intenzioni».

CHI È RICCARDO CERVI

Classe 1991, Riccardo Cervi è nato a Reggio Emilia ed è cresciuto cestisticamente nella società locale con la quale è arrivato in Serie A e ha vinto l’Eurochallenge nel 2013/14. In carriera ha giocato una sola stagione lontano dalla sua città, nel 2015-16 ad Avellino. Proprio nell’estate 2015 “saltò” all’ultimo il suo approdo a Milano. Alto 2,14, ha all’attivo numerose partite con la Nazionale; in azzurro vanta un argento agli Europei U20 nel 2011. È arrivato a Varese dopo un infortunio che lo ha tenuto lontano dai campi dallo scorso maggio.

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 28 Novembre 2019
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