Chi crede nel grafene anticipa il mercato

Per celebrare i 500 anni dalla morte di Leonardo, la città di Castellanza e l'università Liuc hanno organizzato un convegno dedicato a questo straordinario e innovativo materiale

Liuc generico

Se il grafene fosse stato scoperto nel Rinascimento, Leonardo da Vinci lo avrebbe sicuramente utilizzato. Forse è per questo motivo che, per celebrare i 500 anni dalla morte del genio fiorentino, la città di Castellanza e l’università Liuc hanno organizzato un convegno su questo nuovo materiale. In effetti la straordinarietà del grafene e la sua natura multidisciplinare possono essere assimilate alla genialità e alla versatilità del grande Leonardo.

Nell’auditorium dell’ateneo si sono confrontati sull’argomento Giulio Cesareo, ceo e fondatore di Directa Plus startup che ha dato vita alle Officine del grafene a Lomazzo, in provincia di Como nell’ambito di Comonext, ed è oggi tra i maggiori i produttori di grafene puro in Europa, Riccardo Comerio presidente della Liuc e amministratore delegato della Ercole Comerio, storica metalmeccanica di Busto Arsizio, Roberto Grassi, presidente e ad della Alfredo Grassi, azienda specializzata in materiali tecnici, e Raffaella Manzini prorettore alla ricerca dell’ateneo di Castellanza.

La rivoluzione che potrebbe portare questo nuovo materiale nel mondo industriale ha bisogno «della visionarietà degli imprenditori che possono cogliere questa grande sfida» ha detto l’assessore Gianni Bettoni del comune di Castellanza. Non è semplice come dirlo, perché le caratteristiche del grafene sono racchiuse tutte in superlativi. È il materiale più forte, più duro, più resistente, più flessibile, più leggero e più trasparente. Sono passati però più di quindici anni da quando due scienziati russi, Andrej Gejm e Costantin Novoselov, nell’università di Manchester sono riusciti a isolare un singolo foglio bidimensionale di grafene, con un procedimento elementare, ovvero un pezzo di nastro adesivo applicato più e più volte alla grafite di una matita, e ancora si parla di futuro. «L’innovazione impiega molto tempo a trovare uno sbocco nell’economia reale – ha spiegato Giulio Cesareo – ma ormai con il grafene ci siamo arrivati, è già entrato nelle nostre case. Non è un processo lineare e questa caratteristica è difficile da spiegare al mondo della finanza che dovrebbe finanziare questa rivoluzione».

Nell’ex cotonificio che ospita le officine del grafene, Cesareo ha messo una scritta ben visibile a tutti: non si comincia il viaggio, se non si ha coraggio. «Mi piace il power disagreement, il potere di essere in disaccordo – continua l’imprenditore – e infatti ho costruito una fabbrica senza mercato». Ciò che però Cesareo ha già in mano è un brevetto per il processo di estrazione innovativo e pulito basato sulla fisica e non sulla chimica. Un bel vantaggio competitivo che ha convinto gli investitori a dargli fiducia. Directa Plus, che è quotata alla Borsa di Londra, ha raccolto 45 milioni di euro e per il momento non ha debiti. Si tratta di capitali pazienti che, come il fondatore della startup, aspettano il mercato. «Sta arrivando con le grandi supply chain del petrolchimico e del tessile – dice Cesareo – Oggi nelle officine di Lomazzo produciamo circa trenta tonnellate all’anno di grafene, ma il nostro obiettivo non è vendere polvere di grafene ma di integrarci a valle della catena del valore».

Questo significa stabilire rapporti diretti con le aziende, come la Alfredo Grassi spa di Lonate Pozzolo, specializzata in tessuti tecnici per il lavoro e lo sport che il grafene può migliorare ulteriormente in termini di performance. «Dal 1925 noi lavoriamo per un’innovazione sostenibile dei nostri tessuti speciali sia all’interno della filiera del tessile sia in collaborazione con altri settori merceologici – ha spiegato Roberto Grassi ceo dell’Alfredo Grassi spa – Nel caso di Directa Plus si tratta di una partnership dove si stabilisce una collaborazione e uno scambio continuo di conoscenze ed esperienze a cui si aggiunge il lavoro del Centrocot che effettua i test e le misurazioni sui tessuti».

Anche con la Comerio Ercole di Busto Arsizio, metalmeccanica che produce impianti di mescolazione della gomma e impianti di calandratura per il settore plastica si sta delineando una partnership, i primi contatti con Directa Plus ci sono già. Riccardo Comerio, amministratore delegato dell’azienda, ha ricordato il lancio dei primi copertoni per biciclette di alta gamma prodotti con mescola con grafene a basso coefficiente di attrito prodotti dall’italiana Vittoria.

Considerate le potenziali e molteplici applicazioni di questo materiale, L’Unione Europea ha deciso di destinare al Graphene flagship project, progetto di ricerca su questo nuovo materiale, un miliardo di euro. La più grande cifra mai stanziata da Bruxelles per università e centri di ricerca. La Liuc di Castellanza, pur non avendo un dipartimento dedicato alle nanotecnologie e ai nuovi materiali, potrebbe comunque giocare un ruolo in questa partita. «Quello che possiamo fare noi – ha sottolineato la professoressa Manzini – è accompagnare le imprese nel percorso che devono fare per la buona gestione di nuovi prodotti e nuovi processi, cioè dobbiamo aiutarle a fare scelte strategiche».

(foto sopra, da sinistra: Bettoni, Comerio, Cesareo, Visconti e Grassi)

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

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Pubblicato il 20 Novembre 2019
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