Vent’anni di Canestro, il centro diurno per minori festeggia
Appuntamento sabato con il centro diurno che dal 1999 ospita minori provenienti prevalentemente dalla periferia. Qui hanno trovato un contenitore educativo per la loro crescita
Il prossimo sabato 23 novembre il centro diurno per minori “Canestro” di via Pozzi festeggerà i suoi 20 anni di attività con una festa che avrà inizio alle 17.
Il C.T.E.F. Il canestro nasce nell’ottobre del 1999 come servizio educativo sperimentale, che accoglie minori inviati dalla tutela. Bambini e bambine che esprimono in varie forme segnali di disagio e difficoltà che sono sintomo di una fragilità del sistema famigliare d’origine e sociale di appartenenza.
Il primo racconto dice di storie complesse, frammentate, di comportamenti provocatori, rischiosi o di atteggiamenti di chiusura inibizione e diffidenza profondi, di paralisi cognitiva, dove l’apprendimento risulta impresa impossibile perché l’alunno è in ostaggio delle emozioni…segnali che manifestano o mascherano la sofferenza e che chiedono di essere ascoltati dalla comunità adulta. La scommessa del servizio sperimentale è quella di accogliere sia il bambino che il che permettano ai bambini mantenere le proprie radici.
Al bambino si offre un luogo sicuro sufficientemente caldo e accogliente una casa del giorno, in cui svolgere azioni del quotidiano come mangiare, fare i compiti, giocare con l’adulto o coi pari, in termini tecnici un contenitore educativo in cui sperimentare relazioni riparative fatte di asimmetria e reciprocità.
Un luogo artificiale, una palestra relazionale in cui allenarsi a distinguere le differenze di età e di genere, ma REALE in cui fare esperienze concrete, apprendere, fare i conti con le emozioni, proprie ed altrui e sviluppare competenze che migliorino la qualità della propria vita.
Alla famiglia si offre un luogo simbolico, al riparo dal giudizio e dalla valutazione in cui sperimentare comprensione e costruire una relazione di alleanza, di fiducia che a partire dal riconoscimento delle difficoltà, preoccupazioni e paure, legittimi le emozioni e aiuti a individuare le risorse presenti, favorendone l’attivazione concreta: accompagnamenti, confronto informale sulla soglia o presso le istituzioni, scambi al telefono o per iscritto.
Da 20 anni questo luogo, nel centro della città, ha accolto circa 150 ragazzi tra i 6 e i 14 anni, prevalentemente dalle periferie della nostra città, ha dialogato con genitori, operatori sociali, sanitari, scolastici di tutte le scuole di Busto, culturali, volontari dell’associazionismo e delle Parrocchie, in questa occasione ci piacerebbe tacere ed ascoltare i protagonisti, che ora sono cresciuti, i più grandi hanno 30 anni.
Nel contattarli per questo invito hanno capito che alcuni sono sparsi nel mondo, ma che comunque dovunque abbiano deciso di mettere radici, hanno provato a realizzare progetti e sogni che è stato loro permesso di coltivare con la cura che hanno potuto sperimentare nei loro confronti.
Questo luogo è stato anche un laboratorio di esperienze culturali e sociali. La cooperativa ha sempre pensato che per promuovere accoglienza non sia sufficiente accompagnare le persone in percorsi educativi , ma sia necessario anche impegnarsi nel contribuire alla costruzione di una realtà sociale più equa, giusta e solidale
Il Canestro è stata un’incubatrice di sogni, progetti ed iniziative come il nodo della rete Lilliput negli anni 2000 con il Giubileo degli oppressi, le marce Perugia-Assisi, insieme a padre Alex Zanotelli, coordinamento cittadino per la pace, un’associazione di genitori come l’Alveare, un g.a.s. Apegas e molto altro.
Dal 2009 il cortile del Canestro è la sede di una ormai decennale rassegna di teatro i Venerdì del villaggio per 5/6 appuntamenti tra giugno e luglio col patrocinio gratuito del comune.
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