18 anni, legato all’albero per aver “tradito“

Debiti, soffiate e malaffare: i contorni dell’inchiesta che ha visto coinvolta anche l’influencer della trap Christina Bertevello

Avarie

È partita dalla rapina di un cellulare lo scorso 15 novembre a Somma Lombardo la complicata inchiesta dei carabinieri di Gallarate che ha visto coinvolta anche Christina Bertevello, considerata influencer negli ambienti musicali del genere “trap“.

Una storia che matura nel piccolo sottobosco criminale legato alla musica ma anche alle droghe.

Ma torniamo al 15 novembre, nelle vicinanze di un hotel di Somma Lombardo, per strada: un ragazzo di 24 anni con precedenti di polizia trova un quasi coetaneo di 22 (poi si scoprirà essere il fidanzato della Bertevello) e secondo gli investigatori lo avrebbe rapinato del cellulare, per dei debiti di dubbia natura: la vittima chiama i carabinieri che attivano le indagini.

I militari vanno a casa del giovane e trovano un coltello oltre a 20 grammi di marijuana: il ragazzo viene denunciato.

La vittima della rapina, però, si sarebbe trasformata presto in carnefice, perché sa chi è stato a segnalare la sua presenza a Somma Lombardo quella sera: è un ragazzo di 18 anni che due giorni dopo viene attirato all’interno di un bosco, legato a un albero e percosso con pugni e bastonate.

Il fatto avviene due giorni dopo, il 16 novembre.

«Adesso ci dai i soldi», 800 euro a titolo di risarcimento per la “soffiata“. Soldi che vengono chiesti alla madre dal ragazzo rimasto legato all’albero in un bosco di Samarate per circa un’ora. All’abitazione della vittima, sempre secondo le accuse dei carabinieri, vanno in tre: la Bertevello, un suo amico di fiducia di origini marocchine e un amico della vittima anch’egli diciottenne. Poi, una volta pagati gli 800 euro il ragazzino viene slegato.

I militari, per ricostruire l’intera vicenda, hanno ascoltato numerosi testimoni, analizzato tutti i filmati degli impianti di videosorveglianza presenti in zona ed esaminato i tabulati telefonici di tutti i coinvolti. Individuato il bosco in cui il ragazzo era stato legato, nei pressi dell’albero sono stati ritrovati e sequestravano i fazzoletti sporchi di sangue ed il telefono cellulare danneggiato.

«L’esito delle perquisizioni domiciliari eseguite nelle abitazioni degli indagati non solo ha confermato l’ipotesi investigativa, ma ha anche aperto nuovi scenari», dicono gli investigatori.

I militari infatti oltre a 400 grammi di marijuana ed alle parti di una pistola Beretta calibro 9, hanno rinvenuto un ordigno rudimentale, sette candelotti “Thunder” e due sacchetti di nitrato di potassio, materiale che veniva probabilmente utilizzato per esplosivi artigianali.

Il particolare impegno del capitano Matteo Russo nell’eseguire le indagini è stato sottolineato dal comandante provinciale dei carabinieri colonnello Claudio Cappello: «Una storia che poteva rimanere nel dimenticatoio, ma invece venendo alla luce grazie alle indagini ha evitato ben altri sviluppi».

La vicenda ha avuto un grande clamore mediatico per via del folto seguito della giovane influencer su Instagram – 600 mila follower – oltre che per i brani su youtube: «Ma la mia cliente ha avuto un ruolo del tutto marginale in questa vicenda, e questo è dimostrato anche dalla tenuità della misura cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari di Busto Arsizio», ha specificato il legale della giovane, Stefano Bettinelli.

I reati a vario titolo contestati sono: rapina, estorsione, minaccia con armi e danneggiamento.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 13 Dicembre 2019
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