“Pulizie e mensa negli ospedali, servono maggiori tutele per i lavoratori”

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di UIL Milano Lombardia che interviene spiegando la condizione dei lavoratori degli appalti di servizi delle pulizie

addetti pulizie coronavirus

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di UIL Milano Lombardia

Le lavoratrici e i lavoratori degli appalti di servizi delle pulizie, delle mense e della vigilanza, nelle strutture ospedaliere e sociosanitarie stanno garantendo in queste difficili giornate un servizio fondamentale che va ben oltre le loro possibilità e, talvolta, oltrepassa persino le loro competenze ordinarie.

Sono lavoratrici e lavoratori in prima linea nell’interesse dell’intera collettività, spesso senza le dovute precauzioni e informazioni, a cui deve essere garantita la tutela della salute per la sicurezza loro e delle persone verso le quali prestano un servizio. Sono le stesse lavoratrici e lavoratori che in passati recenti sono state oggetto di tagli pesanti delle ore lavorative e delle retribuzioni.

Vittime di gare che la stessa Regione e gli stessi istituti ospedalieri che ora le ringraziano e ne elogiano la disponibilità, hanno avvallato. Sul tema bandi di gara, capitolati d’appalto nelle strutture ospedaliere, chiederemo a Regione Lombardia, finita l’emergenza sanitaria, di aprire un tavolo di confronto, perché non è sufficiente l’utilizzo del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa ed un peso congruo all’offerta tecnica a garantire la qualità del servizio e la qualità del lavoro.

Il lavoro in questi giorni è svolto in condizioni estreme, spesso sottovalutando le problematiche legate alla sicurezza che, mai come oggi, assume un carattere di eccezionale priorità. Nelle ultime settimane abbiamo assistito a strutture sanitarie vicine al collasso, a situazioni limite con lavoratrici e lavoratori impegnati in prima linea.

Ai lavoratori degli appalti spesso non sono stati consegnati i DPI, altre volte sono stati messi a disposizione dispositivi di protezione assolutamente non idonei ad esempio guanti per il lavaggio delle stoviglie per sanificare le camere, altre ancora raramente sostituiti e utilizzati per lungo tempo inficiando la loro integrità ed efficacia.

Inoltre pur in presenza dell’emergenza che stiamo vivendo, il lavaggio e la sanificazione dei camici è rimasto in carico alle lavoratrici costrette a portarli a casa per il lavaggio e la sanificazione. Le indicazioni delle ASST e delle ATS sono state disomogenee: in alcuni presidi ospedalieri sono state formalizzate le procedure per l’utilizzo dei DPI con l’indicazione delle zone in cui era necessario indossarli escludendo ad esempio le zone comuni di passaggio tra un reparto e l’altro e negli spogliatoi, e questo non è comprensibile, in altre le procedure erano e sono inesistenti.

La sanificazione svolta dalle lavoratrici e dai lavoratori delle pulizie nel settore ospedaliero e sanitario è fondamentale per il mantenimento degli standard di sicurezza e per arginare il dilagare del contagio a tutela degli operatori sanitari e dei ricoverati, una funzione fondamentale che merita rispetto e dignità perché concorre a garantire il bene più prezioso che è la tutela della salute.

La richiesta è che gli Ospedali, le strutture private accreditate e convenzionate e le imprese siano messe nelle condizioni di dotare tutte le lavoratrici e i lavoratori dei DPI previsti e adottino tutte le iniziative necessarie per garantire loro sicurezza attraverso trattamenti omogenei tra dipendenti diretti e indiretti. “Non è mai accettabile” e ancor più in una situazione di emergenza sanitaria “una difformità di trattamento tra lavoratori diretti e lavoratori in appalto ed è necessaria un’adeguata informazione e formazione delle lavoratrici e lavoratori degli appalti sulle misure e i protocolli atti ad evitare la diffusione e il contagio da COVID-19, che le imprese devono favorire e le aziende sanitarie prevedere ed
organizzare.

Per questo e in considerazione del Protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus COVID-19 negli ambienti di lavoro sottoscritto il 14 marzo scorso dalle OO.SS confederali e il Ministero della salute che prevede in premessa che “la prosecuzione delle attività produttive può infatti avvenire solo in presenza di condizioni che assicurino alle persone che lavorano adeguati livelli di protezione, chiediamo per tutte le lavoratrici e i lavoratori che operano all’interno delle aree ospedaliere un intervento URGENTE volto alla vigilanza e al controllo, compresa l’estensione del Protocollo per la prevenzione e la sicurezza dei lavoratori della Sanità, dei Servizi Socio Sanitari e Socio Assistenziali in ordine all’emergenza sanitaria da «Covid-19».

Chiediamo altresì che venga attivata per queste lavoratrici e questi lavoratori la sorveglianza sanitaria, in analogia a quanto avviene per gli operatori dipendenti e che sia monitorato costantemente il loro stato di salute (rilievo temperatura, tamponi). Diversamente anche le Direzioni Sanitarie dovranno assumersi la responsabilità in caso di danno biologico. Non è ammissibile considerare gli operatori dei servizi esternalizzati differentemente dai dipendenti diretti delle Aziende Ospedaliera, Sanitarie e Socio Sanitarie.

CGIL Lombardia, CISL Lombardia, UIL Lombardia, Filcams -Cgil Fisascat-Cisl UilTucs-Uil Uiltrasporti-Uil

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 06 Aprile 2020
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