Riaprire la socialità dei bambini per gradi, ma per tutti

La psicologa Laura Pavan fa luce sulle necessità dei bambini e sul rischio che si perdano "in silenzio". Hanno tutti bisogno di riavere un contesto sociale

Generico 2018

“Come la crisi sanitaria ha evidenziato alcune carenze della sanità pubblica, così le misure di contenimento che ne sono seguite hanno finito con il mettere in luce le difficoltà delle famiglie e, a livello collettivo, una grave carenza pedagogica ed educativa”, afferma la psicologa e psicoterapeuta dello studio VitaVera Laura Pavan, impegnata in queste settimane, come molti colleghi, nelle consulenze gratuite attivate dagli enti locali. “I bambini sono stati dimenticati e di più sono stati dimenticati i loro genitori che hanno esigenze non solo lavorative.” La sue è una riflessione che fotografa la situazione e guarda alle riaperture, necessarie e graduali.

I bambini, se si perdono, lo fanno in silenzio

All’inizio dell’emergenza si è fatto quel che si è potuto cercando di tamponare la situazione: “giusto – afferma –Giovani e giovanissimi sono stati bravissimi ad adattarsi alla situazione. Ma non vuol dire che sia andato tutto bene”.
I bambini più sono piccoli più dipendono dal contesto in cui si trovano e hanno bisogno di essere guidati. Se questa guida manca o è carente per mille motivi che possono essere i più disparati (compresi panico e sopraggiunte difficoltà economiche o assenza dei genitori), i bambini si perdono, e si perdono in silenzio. Perché non hanno le risorse da soli per capire, verbalizzare, far uscire o rimediare alla situazione che li danneggia.
Le competenze dei bambini crescono e partono dall’esperienza corporea. La negazione loro degli spazi e del contatto con i pari sono piccoli traumi che saranno tanto più evidenti e importanti nei bambini più esposti alla fragilità.

I bambini con difficoltà specifiche

“Cosa ne è stato di tutte le difficoltà di apprendimento e comportamento dei bambini? Davvero la didattica a distanza sta funzionando per loro? Cosa sta succedendo a questi bambini in queste settimane?
“Bambini affidati in tutto o in parte all’attenzione di specialisti sono in casa da soli coi genitori. Bisogna far sapere a questi genitori che si inizia a pensare anche loro, per evitare di abbandonare le famiglie alla paura di non essere in grado di stare a fianco dei figli in modo costruttivo”, afferma la Pavan.

Genitori in difficoltà

Oltre alle difficoltà economiche e alla preoccupazioni sanitarie legate al momento, mamme e papà si ritrovano a fare gli insegnanti, gli educatori, gli istruttori, gli psicologi. “Si chiede ai genitori di diventare qualcos’altro: qui sta questa la vera fatica del momento, anche perché chi ammette la stanchezza viene giudicato inadeguato”. “Ci siamo dimenticati che i figli non sono una questione privata – aggiunge – sono della società che deve farsene carico, offrendo loro spazi ed esperienze. La società non può smettere di fare la propria parte scaricando sui genitori frustrazione, senso di impotenza e fragilità”.
Lo si deve ai genitori, e ai bambini, il cui benessere passa dal benessere del genitore.

Fiducia nel futuro

I veri problemi emotivi si avranno con le riaperture. I bambini, e i genitori prima di loro, si fideranno del mondo che gli viene proposto? Fino ad ora si è trattato di attenersi a delle regole restrittive, di protezione. Ben più difficile è avere fiducia. Si rischia la sindrome dell’uccellino in gabbia che non sa se si ricorda come si vola.

Riaperture

“Ritengo bisognerebbe procedere per gradi, nelle prossime settimane, aprendo asili e scuole utilizzando magari orari e spazi diversi. Senza creare bambini di serie A e B, bambini con i genitori che lavorano o che non lavorano, considerando che proprio questi ultimi di solito hanno maggiori difficoltà e quindi più bisogno dei primi del diritto alla socialità e all’istruzione”.
“Diamo modo ai bambini di esprimersi anche fuori dal contesto familiare, ciascuno nel linguaggio proprio dell’età, quello che hanno sub
ìto”, afferma l’esperta. E poi racconta: “Ci sono piccoli adulti che in casa non raccontano le proprie ansie e paure perché sentono quelle dei genitori e non vogliono gravare su di loro.

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Pubblicato il 24 Aprile 2020
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