In due mesi, otto interventi per tumore al cervello. Anche a due dodicenni

L'equipe di neurochirurgia della Lariana è intervenuta all'ospedale Besta indicato come il presidio di riferimento per le urgenze oncologiche. Tra i pazienti, 4 uomini e 4 donne

equipe neurochirurgia

Durante i mesi dell’emergenza Coronavirus otto pazienti comaschi, tra cui due bambini di dodici anni, sono stati operati per tumore al cervello e/o angioma all’ospedale Besta di Milano dall’equipe del Sant’Anna di San Fermo della Battaglia. 

Gli interventi, come previsto dalla riorganizzazione regionale, sono stati eseguiti all’Irccs Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano da Silvio Bellocchi, primario di Neurochirurgia di Asst Lariana all’ospedale Sant’Anna e dai suoi collaboratori. Il Besta, infatti, è stato identificato come centro di riferimento per il trattamento delle urgenze neurochirurgiche oncologiche. I primi interventi sono stati eseguiti nelle scorse settimane e gli ultimi nei giorni scorsi. Otto, come detto, i pazienti operati, di cui due bambini di 12 anni, quattro donne e due uomini.

La riorganizzazione regionale ha previsto che l’attività neurochirurgica di elezione e di emergenza venisse dirottata su Spedali Civili di Brescia, Niguarda di Milano e Circolo di Varese. Per l’attività oncologica neurochirurgica è stato stabilito che i pazienti affetti da patologie tumorali cerebrali con indicazione ad un intervento non rinviabile oltre un mese, fossero trasferiti al Besta di Milano ed operati dall’équipe chirurgica dell’ospedale di provenienza.
«E’ stato un cambio notevole per tutti, innanzitutto per i pazienti – osserva Bellocchi – ma allo stesso tempo ha instaurato una inaspettata collaborazione ed integrazione tra le neurochirurgie lombarde. E’ stata creata una piattaforma web dove ci si è incontrati settimanalmente per condividere i casi clinici da trattare e aggiornare gli specialisti in tempo reale sull’organizzazione delle singole strutture. Questo modello ha facilitato il percorso di cura dei nostri pazienti che abbiamo potuto seguire dalla fase diagnostica fino all’intervento chirurgico. Lo spostamento si è reso necessario per gli esami preliminari e l’operazione e già tutta la fase delle terapie successive è stata eseguita qui da noi al Sant’Anna».

Questi stessi aspetti sono stati sottolineati in un editoriale pubblicato nelle scorse settimane sul Journal of Neurosurgery dai referenti degli hub che rilevano come «l’apertura delle porte dell’ospedale ai neurochirurghi provenienti da altre istituzioni ha offerto un’opportunità senza precedenti di collaborazione e integrazione di team… Anche se originato da circostanze inquietanti, rimarrà sicuramente un’esperienza di apprendimento per un futuro migliore: ex malo bonum (trarre dal male il bene, ndr)».

«In tutto questo periodo molti dei neurochirurghi della mia équipe – osserva Bellocchi – si sono trasformati in “medici Covid” mettendosi in gioco come professionisti ed adattandosi a svolgere una attività diversa dal consueto, sotto la guida di rianimatori, infettivologi e pneumologi. Sotto il profilo professionale ed umano è stata, ed è perché in parte prosegue tuttora, un’esperienza forte. Doveroso, quindi, il mio ringraziamento a tutti loro».

«Con l’avvio della riorganizzazione, le operazioni torneranno gradualmente ad essere eseguite al Sant’Anna – conclude Bellocchi – Fino ad allora in ogni caso continueremo a prenderci cura dei malati e se necessario gli interventi saranno da noi eseguiti al Besta».

Oltre agli interventi neurochirurgici oncologici, riprenderanno gradualmente anche le restanti attività (ernie, patologie al rachide…). In particolare giovedì scorso al Sant’Anna è stato operato un paziente per un tumore cerebrale e un altro sarà operato nei prossimi giorni.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 19 Maggio 2020
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