Tra più isole ci può essere un mare di possibilità

Il racconto di Floriana: «Potremmo diventare dei prestigiosi acrobati: la nuova generazione Castronnese del 2020. Il bello è che la nostra fune non sarà sospesa in aria ma resterà per terra, lunga e larga quanto un metro»

Generico 2018

Finalmente dopo tanto tempo…rumore! È mancato a tutti. Bentornato suono senza nome! Welcome existence!
Febbraio 2020: e la chiamavano solo Malattia. La fine di febbraio è stata senza ombra di dubbio, un colpo al cuore. L’assenza totale di un “suono” ha “smascherato” il vero terrore di ogni essere umano. – Una linea piatta senza battito – Niente carri, niente allegria per i più piccini. Scoprimmo troppo tardi il vero senso dell’uomo: il suono è vita. Eppure in strada ebbe il coraggio di sfilare soltanto lui, dietro ad una mascherina beffarda di carnevale. Un minuscolo sgorbio rosso e nero. Milanista? No meglio casinista – A carnevale ogni scherzo vale! – Sì, ma questa è tutta un’altra storia. Intanto la linea piatta si faceva più spessa e più silenziosa… —————-Mondo————————–Persone——————–Parole————-Azioni———– «Mi scusi, si presenti…Come? Non riesco a sentirla!» «Mi chiamo covid19, e vi ho messo a dura prova in un secondo». (Foto di Denis Doukhan da Pixabay )

Il virus ci ha reso privi della nostra libertà in ventiquattro ore: il dare e ricevere gratis suoni e emozioni. «Scusi, cosa ha detto?» La nostra comunità stava diventando sorda…(e non era colpa della gioventù che avanzava). La domanda che ci poniamo con più frequenza oggi è la seguente: che cosa ci rimane dopo tutto questo trambusto? Senz’altro il ricordo di una reclusione forzata ma con l’arrivo del Covid19, il nostro modo di vivere è stato totalmente stravolto. Semplici gesti, vengono sostituiti dal metro di distanza. Strette di mano e baci diventano un optional, l’affetto umano si trasforma in un occhiolino fulmineo “ruba tutto” e il sorriso diventa perfetta silhouette per una mascherina. – Oddio, quella mascherina, no! – Primo Protocollo da seguire. Tranquilli, non è altro che velo che fa il proprio dovere. Copre bocca e naso per evitare che le nostre goccioline si disperdano nell’aria.

Così dà il via al carnevale più lungo del secolo. «La mia mascherina è più bella della tua!»… «Ma sei proprio sicuro?»… All’inizio di questa battaglia la mascherina faceva tanto scalpore e allo stesso modo trasmetteva paura, ci domandavamo il motivo per cui dovevamo essere imbavagliati proprio come dei banditi privi di espressione. Ma dopo mesi di collaudo, è molto più facile dire: «Su la mascherina, per favore!…» – Mani in alto, questo è il futuro! – Abbiamo sempre pensato che la mascherina fosse un accessorio aggiungo ma non è così. Tralasciando le mascherine di carnevale e quelle chirurgiche, l’essere umano è da sempre dotato di una mascherina. Invisibile, pratica e molto influente. La nostra amata mascherina interiore super economica. Suvvia, almeno una volta nella vita capita di indossarla. Così da un accessorio fastidioso diventa la nostra salvezza nel sociale. «Vuoi sapere cosa penso davvero di te?» Dopo un sì spavaldo, ecco che la mascherina interiore entra in funzione e blocca tutti i nostri pensieri. «…Che sei una bella persona…!» – Merito dell’elastico molto flessibile! – Mascherina Covid19 vs Mascherina Interiore… Chi vincerà? Bel match… in entrambi i casi, ci viene chiesto di apportare qualche modifica alla nostra vita se vogliamo vincere una “battaglia”.

Nel caso del virus dobbiamo cercare di convivere con queste norme di contenimento, ricordando che il Covid19 è sempre dietro l’angolo. Tornare alla normalità è un nostro diritto ma è anche un nostro dovere realizzarlo. Allora muniti di mascherina narriamo la nostra distanza, il secondo protocollo fondamentale da seguire. Lontano da me, da te, da noi di un metro…Si può fare! «Oddio no, già mi manchi…!» disse un tale. Ma basta lacrime! – Divario & Opportunità – «…Viva il protagonismo! » Saremmo pronti a gridare se solo non avessimo così paura. Potremmo diventare dei prestigiosi acrobati, la nuova generazione Castronnese del 2020. Il bello è che la nostra fune non sarà sospesa in aria ma resterà per terra, lunga e larga quanto un metro. Più o meno sarà come se ogni giorno ci dovessimo sforzare a impugnare in mano un metro e imparare a stare in equilibrio. Il metro, un oggetto piccolo e leggero, maneggevole ed essenziale. Quante volte con quell’oggetto abbiamo misurato le coincidenze della vita, una lunghezza, una parola e una distanza. Uno spazio vuoto può diventare l’artefice di molte possibilità, un esempio concreto può essere saper saltare col metro anziché che con l’asta, una forza di abilità e di qualità. Ora però il nostro mondo ci sta suggerendo qualcos’altro di grandioso: un svantaggio può diventare uno slancio per riprogettare i nostri “salti” di qualità . Il segreto sta nella determinazione. Tutti insieme, dobbiamo imparare a costruire un futuro seguendo la nuova regola del 2020. La sfida è di rendere ogni azione unica e poi saperla condividere con tutti in un tempo illimitato. Questo gioco “di distanze” ci servirà proprio a rafforzare questa straordinaria capacità. Distanza o non distanza? È un quesito necessario in questi tempi, direi quasi fondamentale per la nostra quotidianità. Ma non dobbiamo scoraggiarci nel cercare una risposta, impegniamoci nel colmare al meglio quel piccolo tratto di vita che ci separa dalla realtà dell’altro. …Tra più isole ci può essere soltanto un mare di possibilità!

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Pubblicato il 15 Giugno 2020
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