In prima linea contro il Covid senza riconoscimento, sciopero degli interinali della sanità
Sono 3.500 gli operatori sanitari somministrati che rivendicano pari trattamento dopo l'emergenza Covid-19. Venerdì 24 luglio presidio organizzato sotto Palazzo Lombardia
Sono circa 3500 i lavoratori “somministrati” dalle agenzie interinali presso le principali strutture sanitarie pubbliche lombarde. Si tratta di operatori che hanno combattuto in prima linea il covid all’interno di corsie, rianimazioni ed ambulatori, mettendo quotidianamente a rischio la propria salute. Proprio come i tanti medici, infermieri, OSS e ASA che dipendono direttamente dalle aziende sanitarie.
Tuttavia, mentre questi ultimi stanno beneficiando di trattamenti economici accessori ed integrativi premianti, giustamente riconosciuti per l’impegno profuso durante l’emergenza epidemiologica, grazie all’accordo raggiunto tra Regione e sindacati, i somministrati sono rimasti a bocca asciutta.
E da qualche settimana, le organizzazioni lombarde di Felsa Cisl , Nidil Cgil e Uiltemp, che ne hanno rappresentanza, hanno intrapreso una battaglia per il riconoscimento degli stessi indennizzi anche a vantaggio degli “ interinali”.
«Il 29 maggio scorso ci siamo rivolti a Regione Lombardia per una richiesta di incontro, sollecitandolo nelle settimane successive, senza esito alcuno – spiegano i tre segretari generali Guido Fratta ( Felsa), Mario Santini (Nidil) e Marco Fraoni (Uiltemp) – Il problema è diffuso in molte altre zone del Paese, cosicché le nostre strutture nazionali di categoria, in piena sintonia con i livelli regionali, sono giunte a proclamare lo stato di agitazione nella data del 9 luglio», chiariscono i tre.
Ma anche il tentativo di conciliazione operato presso il ministero del Lavoro non ha sortito gli effetti sperati e, Felsa, Nidil e UILTemp hanno così deciso di proclamare lo sciopero nazionale previsto per l’intera giornata di venerdì 24 luglio 2020. «Non possiamo permettere che il principio di parità di trattamento tra lavoratori somministrati e dipendenti venga calpestato ancora una volta. In particolare in un contesto di emergenza e sofferenza come quello vissuto dagli operatori sanitari nei mesi scorsi. Si tratta di un’inconcepibile ingiustizia che si aggiunge alla diffusa pratica di esclusione dei somministrati anche dai risultati della contrattazione decentrata ordinaria e dai relativi premi» sottolineano Fratta, Santini e Fraoni.
Fra i temi dello sciopero anche la richiesta sindacale di superare le disposizioni di legge che escludono in maniera discriminatoria, i lavoratori somministrati dall’accesso alle quote riservate per la partecipazione ai concorsi pubblici. Oltre all’astensione dal lavoro a Milano dalle 10 si terrà un presidio organizzato sotto Palazzo Lombardia cui hanno aderito convintamente anche Cisl Fp, Fp Cgil e Uil Fpl.
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