Fino a 16 anni di reclusione per chi aggredisce infermieri o medici

Approvata all'unanimità in Senato il disegno di legge che diventa vincolante. Soddisfatte le associazioni di categoria di Infermieri e medici. Ogni giorno, quasi quindici gli episodi violenti in Italia

ospedale varese

Fino a 16 anni di reclusione e 5000 euro di sanzione. Queste le pene previste dalla legge approvata ieri all’unanimità in Senato a tutela del personale medico e infermieristico.  L’azione penale scatterà automaticamente in caso di lesione o percosse. Previsti protocolli operativi con le forze di polizia per garantire interventi tempestivi.
Il Ministero della Salute istituirà un Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli operatori sanitari e socio-sanitari e che dovrà essere costituito, per la sua metà, da rappresentanti donne.

«Il via libera definitivo del Parlamento alla legge contro la violenza sugli operatori sanitari rappresenta un doppio segnale di civiltà: il primo verso i cittadini che sanno di poter contare su professionisti concentrati sui loro problemi e non sulla difesa da attacchi che non hanno ragion d’essere; il secondo verso gli operatori che ora hanno una forma di tutela in più per un lavoro che fino a ieri nella pandemia li ha fatti definire ‘eroi’, ma che già oggi comincia a essere al centro di nuove violenze» ha commentato  Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche.

Ogni anno, rileva FNOPI, circa 5mila infermieri subiscono violenze fisiche o verbali: 13-14 al giorno. L’89,6% degli infermieri è stato vittima, secondo una ricerca dell’Università di Tor Vergata di Roma, di violenza fisica/verbale/telefonica o di molestie sessuali dagli utenti sui luoghi di lavoro. 
In base ai dati si può dire che circa 240mila infermieri su 270mila dipendenti durante la loro vita lavorativa abbiano subito una qualche forma di violenza. 
Di tutte le aggressioni (secondo l’Inail) il 46% sono a infermieri e il 6% a medici.

«Bene anche – prosegue la presidente FNOPI – l’aggravio delle pene per lesioni gravi o gravissime  che ora vale non più solo per le aggressioni a danno del personale sanitario o socio-sanitario, ma anche a danno di chiunque svolga attività ausiliarie di cura, assistenza sanitaria o soccorso».

Positivo anche il commento di ANAAO ASSOMED, il principale sindacato dei medici ospedalieri: «Finalmente i medici e gli operatori sanitari hanno ottenuto una legge che li difende giuridicamente dalle aggressioni sul luogo di lavoro – ha dichiarato Carlo Palermo, Segretario Nazionale Anaao Assomed – Da oggi tutti gli operatori potranno godere delle tutele previste per i pubblici ufficiali, come le procedibilità d’ufficio e l’inasprimento delle pene nel caso subiscano violenze, senza gli oneri e le responsabilità ulteriori connessi alla qualifica».

Una recente indagine del sindacato evidenzia che sono in aumento le aggressioni fisiche e verbali anche se l’80% non viene denunciato. Per quanto riguarda le discipline interessate dal fenomeno, l’86% degli psichiatri dichiara di aver subito aggressioni, il 77% dei medici di medicina d’urgenza, il 60% dei chirurghi, il 54% dei medici del territorio, il 40% degli anestesisti.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Agosto 2020
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