Vipere nel cantiere in un alpeggio della Val Grande: catturate e “traslocate”

Gli esemplari di Vipera aspis, tutte femmine di cui due gravide e prossime al “parto”, una volta catturate sono state poi liberate in luogo idoneo nel parco nazionale

Vipere Val Grande

Venerdì scorso in comune di Aurano presso l’alpeggio di Corte Bavarone, ai piedi del Monte Zeda, l’erpetologo Lorenzo Laddaga, ricercatore già coinvolto in studi nel parco nazionale Val Grande, ha provveduto alla cattura di alcuni esemplari di Vipera aspis.

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Val Grande: la cattura delle vipere 4 di 5

L’iniziativa si è resa necessaria perché le vipere avevano “preso casa” tra i ruderi del “curt” di Bavarone, denominazione che in Valle Intrasca è sinonimo di alpe o alpeggio.

I ruderi, così come l’intera vallata del Rio Bavarone, sono oggetto, in questi mesi e sino all’estate del prossimo anno, dei lavori previsti dal progetto “ritornare”, voluto fortemente dal comune di Aurano e dal Parco Nazionale Val grande. Si tratta un progetto che prevede diverse azioni di valorizzazione nel settore zootecnico, caseario, energetico e ricettivo con il quale si intendono creare le basi per consentire il ritorno delle attività agro-pastorali nella zona dell’alta Valle Intrasca.

«Torneranno i montanari e torneranno i pascoli» – spiega il sindaco di Aurano Davide Molinari riassumendo l’essenza del progetto e, aggiunge il Presidente del parco nazionale Massimo Bocci «creando opportunità di sviluppo compatibile con l’ambiente e con le risorse naturali disponibili, con passione e sobrietà».

Rilevata negli ultimi giorni la presenza dei rettili nell’ambito del cantiere, il direttore dei lavori Renato Locarni ha interrotto le attività dell’impresa valsesiana MBG di Giuliano Masoni Bottone e ha coordinato, con il personale del parco nazionale e l’esperto dei rettili, il “trasloco” degli esemplari.

Sono stati individuati tra i ruderi tre esemplari di Vipera aspis, di un meraviglioso color mattone, tutte femmine di cui due gravide e prossime al “parto” (le vipere sono ovovivipare), che una volta catturate sono state poi liberate in luogo idoneo e quindi adatto alla loro ecologia e lontano dai percorsi frequentati dagli escursionisti.

Il dottor Laddaga ha poi fornito le istruzioni necessarie affinché la prosecuzione dei lavori possa avvenire in sicurezza e nel rispetto anche di questi abitanti delle nostre montagne. Il direttore dei lavori infatti attiverà, all’occorrenza, un preciso protocollo di cattura e di “trasloco” di eventuali altri esemplari.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 03 Agosto 2020
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