I costruttori di macchine utensili in Fiera Milano, molte le aziende del Varesotto

A 32.Bi-Mu partecipano oltre 350 imprese, di cui il 30% estere. Barbara Colombo (presidente di Ucimu): «I dati indicano che il mercato torna a muoversi. il Piano Transizione 4.0 deve essere reso strutturale e durare almeno 5 anni per permettere alle imprese di programmare nel tempo gli investimenti»

Economia generiche

Inaugurata a Fiera Milano 32.BI-MU la più importante manifestazione italiana dedicata all’industria costruttrice di macchine utensili ad asportazione, deformazione e additive, robot, digital manufacturing, automazione e subfornitura.
Un evento molto atteso, anche perché è il primo del settore dopo il lockdown, a cui partecipa una nutrita pattuglia di imprese della provincia di Varese, tra cui la Ficep di Gazzada Schianno, Galdabini di Cardano al Campo, Affri di Induno Olona, Gima Technology di Sumirago, Vagap Laser di Solbiate Olona, Repar2 di Gorla Minore, Tesar di Busto Arsizio,  Kabelschlepp Italia di Busto Arsizio, Ellegelle Machinery di Gerenzano, Gerardi di Lonate Pozzolo, Cisam-Ernst di Induno Olona, Ghiringhelli Rettificatrici di Luino, Cb Servicetech Macchine Utensili di Mercallo, Werth Italia Casorate Sempione, Du-Puy di Busto Arsizio.

Una fiera di settore di respiro internazionale, aperta da un convegno inaugurale a cui sono intervenuti, alcuni in presenza altri in collegamento, Barbara Colombo, presidente Ucimu-Sistemi per produrre, Enrico Pazzali, presidente Fondazione Fiera Milano, Carlo Ferro, presidente Ice-Agenzia, Gian Maria Gros-Pietro, professore e economista d’impresa, Manlio Di Stefano, sottosegretario ministero degli Affari Esteri e della cooperazione internazionale, e Alfredo Mariotti, direttore generale Ucimuu.

A 32.Bi-Mu partecipano oltre 350 imprese, di cui il 30% estere, distribuite in due padiglioni espositivi. La fiera si tiene in un momento in cui il mercato dà alcuni segnali positivi come emerge dai dati presentati dalla neopresidente Ucimu, Barbara Colombo, durante il convegno inaugurale. L’indice degli ordini raccolti dai costruttori italiani nel terzo trimestre, elaborato dal Centro studi & cultura di impresa di Ucimu, segna infatti un calo più contenuto rispetto al risultato del secondo trimestre 2020. In particolare, l’indice degli ordinativi del periodo luglio-settembre 2020 registra una riduzione dell’11,4% , mentre nel secondo trimestre il crollo era stato  del 39,1% registrato nel secondo trimestre, rispetto allo stesso trimestre del 2019.

Se il mercato interno ha avuto un calo del 24,9%, la riduzione è stata invece più contenuta, pari al -6,6%, per i mercati esteri. A conferma del miglioramento del contesto economico arrivano poi i dati che l’istituto econometrico internazionale Oxford Economics ha appena rivisto al rialzo e che prevedono la ripresa dei consumi di macchine utensili in tutte le aree del mondo già a partire dal 2021.
L’anno prossimo la domanda mondiale di nuove macchine utensili è attesa in crescita del 18,4%, in Europa del 23,5%, in Asia, con la Cina in testa, del 15,6% e in America del 19,7%. Con particolare riferimento all’Italia, la domanda di macchine utensili è prevista in crescita del 38,2%, il consumo dovrebbe attestarsi a 3,1 miliardi di euro, recuperando così buona parte del terreno perso. «Questi dati – ha commentato la presidente di Ucimu, Barbara Colombo – ci dicono che il mercato sta tornando a muoversi. Ora l’auspicio è che la propensione ad investire prosegua nonostante le limitazioni della circolazione delle persone a partire proprio da 32.BI-MU».

La presidente di Ucimu ritiene inoltre che il Piano Transizione 4.0 debba essere reso strutturale e durare almeno 5 anni per permettere alle imprese di programmare nel tempo gli investimenti di ammodernamento e digitalizzazione dei propri reparti produttivi.

«Riguardo allo strumento scelto – ha continuato Barbara Colombo –  il credito di imposta è quello più adeguato perché di semplice utilizzo e fruibile anche dalle imprese che non fanno utili e che possono recuperare l’investimento detraendolo dai contributi previdenziali. Chiediamo però che siano corretti al rialzo i massimali su cui applicare il credito di imposta e sia prevista la rimodulazione delle aliquote sia per gli acquisti di nuovi macchinari sia per gli acquisti di nuovi macchinari dotati di tecnologia 4.0».

In particolare, per gli acquisti di nuove macchine utensili – quelle che in passato erano soggette al superammortamento – i produttori di macchine utensili chiedono di raddoppiare l’aliquota del credito di imposta (ora fissata al 6%). «Questo perché la trasformazione dell’industria manifatturiera italiana è un percorso graduale – ha concluso la presidente -. Ci sono aziende che sono già arrivate ad una fase molto avanzata di digitalizzazione. Ve ne sono altre invece che hanno bisogno di svecchiare il parco macchine presente nelle loro officine. D’altra parte, è indispensabile prevedere anche un piano governativo che sostenga il rilancio dei settori automotive e infrastrutture da sempre tra i grandi attivatori della ripresa economica del paese».

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Pubblicato il 15 Ottobre 2020
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