Ospedale unico fermo. “Ma intanto tagliano sugli ospedali esistenti a Busto e Gallarate”
Il Comitato per il diritto alla salute del Varesotto si batte contro la realizzazione del nuovo polo unificato. Ma al contempo sottolinea l'indebolimento di reparti e servizi territoriali

«Le parole stanno a 100, i fatti stanno a 0». Per il Comitato per il diritto alla salute del Varesotto è chiaro lo scenario sull’ospedale unico Gallarate-Busto: da un lato ci sono le rassicurazioni, dall’altro una realtà che dice il contrario.
«Gallera e Direttore generale continuano ad assicurare che l’ospedale unico si farà. Con diverse marce indietro, l’ultima quella che non ridurranno i posti letto. I fatti invece dicono di una procedura ferma al principio (gennaio 2019), come chiunque può constatare consultando il sito SIVAS ovvero la piattaforma regionale dedicata. I fatti dicono di assenza completa di trasparenza: l’ultimo documento ufficioso, che comprende i tagli di posti letto, è del novembre 2019, le osservazioni inviate ad aprile 2019 dal Comitato per il diritto alla salute restano senza risposta» continua il Comitato, che ormai da diversi anni riunisce voci diverse che si oppongono alla fusione tra i due ospedali.
«I fatti dicono di due ospedali che continuano a subire una riduzione di reparti, posti letto, personale. Una distruzione pezzo a pezzo del nostro diritto a essere curati.
Tanto che a chi dice ospedale unico sì, ma senza riduzione dei posti letto, viene da chiedere: posti letto in che data? Perché ogni mese che passa, la riduzione dei posti letto, in previsione dell’ospedale unico che forse si farà, continua».
«Nel frattempo ovviamente continuano a crescere le liste di attesa. L’interruzione per il Covid avrebbe dovuto spingere a riprogrammare la ripresa di visite ed esami rinforzando gi ambulatori. Invece no. Il tempo e le risorse vengono spese per l’ospedale unico. E i pazienti, devono pazientare. Tranne se paghi. Se paghi il posto c’è, subito. Ecco che il diritto alla salute, diventa privilegio».
«E che dire dei servizi territoriali e della medicina di base? La pandemia ha mostrato tutti gli effetti del loro smantellamento progressivo, ne ha dimostrato l’importanza per la prevenzione e la cura. Per riaffrontare le emergenze legate al Covid che stanno purtroppo tornando,come previsto, Regione, ASST e ATS, li hanno rinforzati? Manco a dirlo, lo vediamo noi che utilizziamo la sanità pubblica, quella che non abbiamo gratis, ma che paghiamo con le nostre tasse nazionali e regionali.
Certo c’è incompetenza. Ma c’è anche la volontà politica di seguire altri interessi da quello della salute. Su alcuni di questi interessi persino la Magistratura indaga».
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