I Van Der Graaf e l’energia del sole
A neanche un anno dal disco precedente si confermano una delle realtà del prog
Presentandovi i Van Der Graaf Generator vi avevo parlato del tema dell’energia, contenuto già nel nome, che vediamo ritornare qui anche nel titolo, visto che “H to He” allude al processo nucleare che trasforma l’idrogeno (H) in elio (He), e che è la principale fonte di energia del sole e delle stelle. Il precedente “The Least we can do” aveva finito col vendere discretamente – stiamo parlando di entrare nelle Top 50 – trascinato anche da Refugees: paradossalmente andò meno bene a questo, che è in realtà un passo avanti del gruppo.
Forse fu anche dovuto al fatto che i VDGG non vollero fare un singolo dell’ottima Killer, che apre il disco, parla della solitudine di uno squalo assassino (!), e diventò comunque un loro brano simbolo ed uno dei più celebri di tutto il prog. La musica, come avevamo visto, può definirsi un dark prog, esempi del quale fino a quel momento si erano visti forse solo nel prog tedesco: formazione strana – tastiere, sax, basso e batteria, oltre alla personalissima voce di Peter Hammill – con però da notare qui in un brano la prima presenza come session man alla chitarra di sua maestà Robert Fripp. Gran bel disco, che prelude al seguente che sarà uno dei capolavori assoluti del genere.
Curiosità: per una volta la curiosità è mia! Il titolo completo del disco è “H to He Who Am The Only One”: se le prime tre parole sono spiegate, le altre non sono mai riuscito a tradurle in un senso compiuto, nemmeno chiedendolo sui siti dei VDGG. C’è chi ha suggerito che sia un gioco di parole, con He usato poi come pronome, ma… Qualcuno che mi legge ha qualche idea in merito?
Per sentirlo:
50 anni fa la musica riprende a gennaio: Buone Feste a tutti!
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