Declino demografico e cambiamento climatico, le sfide che non riusciamo a mettere a fuoco

Perché facciamo fatica a leggere certi fenomeni, fino a che non è troppo tardi? I nostri modelli mentali non ci permettono di vedere le cose come in realtà sono

campo dei fiori alberi caduti

Il fratello della manager di una multinazionale ha regalato alla sorella una depressione meteorologica, prima di sapere che avrebbe sradicato e abbattuto 14 milioni di alberi con venti a 200 chilometri all’ora e quasi un metro di pioggia in 3 giorni. La tempesta Vaia dell’ottobre 2018, in realtà un uragano, considerando la velocità del vento sulla scala Beaufort, si chiama così perché in Europa i nomi di cicloni e anticicloni si possono comperare (€199), prenotandosi in anticipo. Ed è così che è nata Vaia, in onore della signora Vaia Jakobs, che ne ha avuto forse anche una vera depressione. Facciamo cose, vediamo persone … senza pensare alle conseguenze a lungo termine.
(Nella foto: alberi abbattuti dal maltempo al Campo dei Fiori di Varese)

IL SUCCESSO COME SPECIE

La forme vitali hanno caratteristiche adattative che ne aiutano la sopravvivenza. Come esseri umani, ad esempio, abbiamo i pollici opponibili e una reazione adrenalinica per la protezione a una minaccia percepita. Tuttavia, il successo come specie ha significato principalmente che siamo stati in grado di riprodurci e sopravvivere. E così tanti dei nostri processi di pensiero fondamentali esistono per mantenerci in vita e per riprodurci. Non siamo naturalmente inclini a comprendere idee complesse, soprattutto idee che potrebbero avere un impatto o minacciare la vita delle generazioni future. Tre pregiudizi cognitivi in particolare ci condizionano.

Il pregiudizio di conferma è quando la nostra mente cerca prevalentemente informazioni che confermano la nostra idea esistente, spesso basata sul desiderio emotivo di come vorremmo che fosse il mondo (non come è scientificamente). L’avversione alla perdita afferma che come esseri umani preferiamo evitare le perdite rispetto a guadagni equivalenti, quindi diamo maggior valore allo stile di vita attuale rispetto al rischio di perdere molto di più in futuro. L’errore del costo irrecuperabile è quando tendiamo a continuare con uno sforzo o perseguire un’opzione, nonostante le prove dimostrino che l’opzione non è corretta, semplicemente perché abbiamo già investito risorse, denaro o tempo nell’impresa.

DECLINO DEMOGRAFICO E CAMBIAMENTO CLIMATICO

Ci sono due sfide in particolare che facciamo fatica a mettere a fuoco: il declino demografico e il cambiamento climatico. «Gli squilibri demografici e alto debito pubblico renderanno insostenibile il sistema sociale. E come sta già accadendo da un po’, i pochi giovani decideranno sempre più di andare all’estero: è una spirale negativa di progressivo indebolimento», dice Alessandro Rosina in “L’impatto della pandemia di Covid-19 su natalità e condizione delle nuove generazioni, primo rapporto del Gruppo di esperti “Demografia e Covid-19” pubblicato a fine 2020. «Perché se è vero che la popolazione italiana è destinata a diminuire ancora, è anche vero che si può rafforzare il futuro delle generazioni che si apprestano a diventare la vita attiva del Paese. Si può rispondere alla riduzione quantitativa con un miglioramento qualitativo delle loro condizioni, fornendo migliori percorsi di formazione professionale, maggiori servizi e un ingresso più agevole nel mondo del lavoro, così che possano sostenere il Paese, ma anche per permettergli di tornare a fare figli e attenuare la discesa demografica», spiega Rosina.

Dopo più di 10.000 anni di relativa stabilità, il tempo di sviluppo della civiltà umana dopo l’invenzione dell’agricoltura, il clima della Terra sta cambiando. Le concentrazioni di CO 2 sono rimaste al di sotto di 300 parti per milione, negli ultimi 650.000 anni, nonostante i 7 cicli di glaciazioni e disgeli. Tuttavia, dalla rivoluzione industriale nel 1750, i livelli di CO 2 sono aumentati a oltre 410 parti per milione. Ciò è dovuto ai nostri cambiamenti tecnologici, industriali e di stile di vita. Con l’aumento delle temperature medie che ne consegue, la climatologia rileva che i pericoli acuti come le ondate di calore estremo e le inondazioni aumentano in frequenza e gravità e i rischi cronici, come la siccità e l’innalzamento del livello del mare, si intensificano.

GLI EFFETTI NON LINEARI

McKinsey, l’oracolo pagato oro da multinazionali e governi, prevede che gli impatti e i rischi saranno molto significativi soprattutto considerando gli insufficienti e ritardati investimenti in de-carbonizzazione. Alcuni paesi potranno beneficiare, ad esempio, il Canada recupererà terre fertili, ma la maggior parte avrà impatti negativi sui sistemi alimentari, sul valore delle infrastrutture e del capitale naturale e immobiliare. Uno dei fattori di rischio principali è la non linearità dei cambiamenti e l’impatto locale molto geolocalizzato, come abbiamo visto con la tempesta Vaia. (https://www.mckinsey.com/business-functions/sustainability/our- insights/climate-risk-and-response-physical-hazards-and-socioeconomic-impacts).

L’esempio del grano ci aiuta a capire gli effetti non lineari. La dieta umana dipende in larga misura da soli quattro cereali: riso, grano, mais e soia, che costituiscono quasi la metà delle calorie di una dieta globale media. Il sessanta per cento della produzione alimentare globale viene da cinque paesi: Cina, Stati Uniti, India, Brasile e Argentina. In questi paesi, la produzione alimentare è fortemente concentrata in pochissime regioni. L’88% del grano indiano proviene da cinque stati a nord del paese; negli Stati Uniti, cinque stati del Midwest producono il 61% di tutto il mais. Ciò significa che eventi meteorologici estremi in quelle regioni potrebbero influenzare un’ampia porzione della produzione globale. Anche perché il mais, ad esempio, ha una soglia fisiologica produttiva di circa 20 gradi Celsius, oltre la quale le rese diminuiscono drasticamente.

LA MIOPIA DI CUI SOFFRIAMO

Quale prospettiva possiamo adottare per superare questa miopia, ce lo indica un altro scienziato, Luca Mercalli, autore di “Salire in Montagna, Prendere quota per sfuggire al riscaldamento globale”. «Siamo in un momento cerniera della nostra storia, un punto di svolta ambientale che rimane per i più ancora incomprensibile, sottovalutato, ignorato, ma che quando si paleserà in tutta la sua dirompente enormità peserà purtroppo su un lunghissimo futuro. Ovviamente abbiamo ancora la possibilità di agire. Un declino energetico e dell’abbondanza produttiva sarà inevitabile, ma tutto sta nel renderlo graduale, nel darci il tempo di costruire alternative e adattarci al nuovo corso. È la visione più razionale tra il mito dell’apocalisse inevitabile e quello del progresso infinito, entrambi fuorvianti».

È meglio accettare e accogliere il nuovo nella vita oggi, finché è ancora gestibile, finché è all’inizio, perché poi sarà un bel problema. Perché ciò che oggi non vogliamo vedere, domani saremo costretto a vederlo.

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Pubblicato il 26 Maggio 2021
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Commenti

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  1. Avatar
    Scritto da Felice

    C’è un modo semplice e diretto per presentare il tema del declino demografico che tocca pesantemente alcuni Paesi europei: verificare quanti sono i bambini in rapporto alla popolazione totale. Naturalmente la definizione di “bambini” non è univoca, consideriamo quelli di età compresa tra 0 e 10 anni. In Italia sono poco più di 6 milioni.
    Quanti cani ci sono invece in Italia? Più di 7 milioni sono quelli registrati anche se una stima reale potrebbe toccare i 10/10,5 milioni.
    In pratica il cane ha sostituito il bambino nella coppia moderna….è più consenziente, si fa andare bene tutto, si può “abbandonare” in casa facilmente e costa molto meno. E quando ci si studa si può lasciare da qualche parte. Ci si avvantaggia anche si servizi ad hoc che sono nati in questi ultimi tempi per soddisfare la decadenza delle moderne famiglie: il dog-sitting ma anche il dog-makeup e il dog-wedding, servizi di matrimoni per cani e tra cani. Nel frattempo la TV ci bombarda continuamente di spot dedicati ai cani, ai loro cibi e alle loro cure. Anche i politici non sono da meno, cerca apparire amante dei cani ed attirerai più consenso elettorale.
    Una volta c’erano le pappine della Mellin per i neonati…ora il gourmet per il cagnetto. Benvenuta decadenza occidentale.

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