Doppio virus in una cellula della pelle: la scoperta dei dermatologi all’ospedale di Varese

L'equipe di dermatologia diretta dal dottor Lombardo, insieme ai patologi, nella prima fase della pandemia analizzò molte manifestazioni cutanee legate al SarsCoV2 e tra i primi al mondo fecero la scoperta scientifica

virus

Pustole, ponfi, rush cutanei. Nella prima ondata della pandemia, molti pazienti ricoverati manifestavano delle eruzioni sulla pelle. I dermatologi dell’ospedale di Varese erano chiamati nei reparti Covid per un consulto. Cosa avveniva a livello di epidermide?

Il dottor Maurizio Lombardo, con la sua equipe, è stato coinvolto nel primi mesi dell’emergenza: « Volevamo capire cosa e perché si manifestassero questi segni evidenti sul corpo e quale fosse la correlazione con il SarsCoV2». Così il Direttore facente funzione del reparto ha iniziato un’indagine approfondita, eseguendo alcune biopsie e indagini con microscopio elettronico con l’equipe dei patologi.

« Abbiamo evidenziato che il virus si annidava anche nella pelle – spiega il medico – non in superficie ma negli strati più profondi dell’epidermide. Una presenza che non abbiamo spiegato se non con ipotesi e supposizioni: il virus dopo essere stato inalato arrivava ai polmoni e, da lì, entrava nel circuito ematico e si diffondeva in tutto il corpo. È stato infatti individuato in vari organi, ma mai nessuno lo aveva trovato nella pelle. Abbiamo quindi pubblicato la nostra ricerca sulla prestigiosa rivista JEADV (Journal of the European Academy of Dermatology and Venereology) qualche giorno dopo un gruppo di spagnoli».

« In un paziente – commenta il dottor Lombardo – abbiamo persino individuato due virus nella stessa cellula. C’erano sia il SarsCov” sia un virus herpes. È stato molto particolare. Nelle nostre indagini abbiamo anche individuato piccoli trombi, che erano segnali importanti di come stesse reagendo ili corpo».

Sia nella seconda sia nella terza ondata pandemia, i consulti del dermatologo sono diminuiti: « C’è da dire che nella prima fase sono arrivati molti più pazienti anziani, con un fisico debilitato. Inoltre eravamo agli inizi, tutti stavano imparando. Oggi l’età media dei ricoverati è inferiore, inoltre sono stati fatti passi avanti anche nelle cure, che sono più precise e precoci».

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Pubblicato il 05 Maggio 2021
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