In 25 anni è raddoppiato il numero dei frontalieri in Svizzera

Nel Canton Ticino il numero di frontalieri è il 30 per cento degli occupati. La mappa con le aree dove la presenza di pendolari è più elevata

In 25 anni il numero di frontalieri in Svizzera è raddoppiato. Alla fine del 2020, secondo i dati dell’Ufficio federale di Statistica, i lavoratori pendolari nella Confederazione hanno raggiunto quota 343mila. A livelli assoluti il numero più alto è registrato nel cantone di Ginevra (90mila persone) mentre se si considera la quota sul totale dell’occupazione è il Ticino a registrare una presenza più incisiva. Nel cantone della Svizzera Italiana, dove i frontalieri sono oltre 70mila, la percentuale di frontalieri sul totale degli occupati è la più alta di tutti i cantoni elvetici, il 29 per cento.

Altri Cantoni con un’alta percentuale di frontalieri sono Giura (19%), Basilea Città (18%), Basilea Campagna (14%) e Neuchâtel (12%).

I  dati emergono da una pubblicazione sui frontalieri in Svizzera dal 1996 al 2020 realizzata dall’Ufficio di Statistica. “I 343 000 frontalieri che lavoravano in Svizzera alla fine del 2020 rappresentavano il 6,7% delle persone occupate nel Paese – si legge nella presentazione del documento – Tuttavia hanno un particolare impatto sul mercato del lavoro svizzero. In primo luogo, sono fortemente concentrati nelle regioni di confine, dove rappresentano una quota notevole delle persone occupate. In secondo luogo, dalla metà degli anni ‘90 il loro numero è più che raddoppiato, passando da 140 000 a 343 000 persone”.

In aumento dal 1998

Negli ultimi 25 anni, l’evoluzione del numero di frontalieri in Svizzera è dipesa da svariati fattori, tra cui l’introduzione della libera circolazione delle persone e la crescita economica. All’inizio del periodo di osservazione (1996), il numero di frontalieri era in realtà leggermente diminuito, ma a partire dal 1998, ogni anno sempre più persone hanno fatto i pendolari verso la Svizzera. Dal 2004, anno che segna l’inizio della liberalizzazione del mercato del lavoro svizzero per le persone con un permesso per frontalieri, è stato osservato un incremento ancora maggiore: tra il 1996 e la fine del 2004, in Svizzera ha lavorato in media il 2,7% di persone in più ogni anno. Nel periodo che va dalla fine del 2004 alla fine del 2020, questa crescita ha poi registrato una media del 4,4% all’anno. Nel complesso, tra il 1996 e il 2020 il numero di frontalieri è aumentato del 143%.

Oltre la metà arriva dalla Francia

Alla fine del 2020 quasi tutti i frontalieri provenivano da un Paese vicino. Più della metà (55%) è domiciliata in Francia, quasi un quarto (23%) in Italia e poco meno di un quinto (18%) in Germania. Meno del 3% di loro raggiunge la Svizzera dall’Austria o dal Liechtenstein, mentre il restante 0,7% proviene da altri Paesi. Di questi, la maggior parte abita in Polonia (640 persone), Slovacchia (400) e Ungheria (360).

I settori economici coinvolti

Nel quarto trimestre 2020, i frontalieri lavorano nel settore dell’industria più frequentemente rispetto alle persone occupate di nazionalità svizzera. Della forza lavoro svizzera, solo il 21% lavora nel settore secondario, contro il 33% dei frontalieri. Tuttavia, così come per la forza lavoro di nazionalità svizzera, anche la maggioranza dei frontalieri è attiva nel settore terziario, seppure con proporzioni diverse. Infatti, mentre il 77% di tutte le persone occupate svizzere lavora nel settore dei servizi, solo il 67% dei frontalieri è impiegato in questo ambito. Nel settore dell’agricoltura è attivo solo lo 0,7% dei frontalieri, contro il 2,3% delle persone occupate di nazionalità svizzera.

Maria Carla Cebrelli
mariacarla.cebrelli@varesenews.it

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Pubblicato il 24 Giugno 2021
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