Aiuti, viveri e solidarietà per i lavoratori della Gianetti Ruote di Ceriano Laghetto
Chi cucina, chi porta bancali e assi per il pavimento, chi aiuta a montare tende e chi porta le brandine: la vicinanza alla protesta dei dipendenti licenziati via mail dalla proprietà tedesca si fa concreta ogni giorno che passa
Nei giorni della protesta c’è anche un aspetto che in queste situazioni, storicamente, si ripete: è quello della solidarietà nei confronti dei lavoratori in presidio permanente. Succede anche a Ceriano Laghetto alla Gianetti Ruote, dove 152 dipendenti si sono visti licenziare via mail dall’oggi al domani, sabato 3 luglio, al termine del turno, senza (al momento) possibilità di trattativa con la proprietà, un fondo di investimento tedesco.
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Come in tante altre situazioni vissute negli anni, anche all’esterno della fabbrica brianzola si assiste ad una vera e propria gara di solidarietà.
Hanno cominciato Alpini e Protezione Civile offrendo una tenda da campo e diverse brandine dove i lavoratori possono passare la notte. Si sono aggiunti privati cittadini e gruppi di volontari di Ceriano Laghetto e Cogliate che hanno donato bevande, viveri e materiale per cucinare, con i sindacalisti e gli amministratori comunali che si sono messi ai fornelli e hanno garantito un minimo di “calore” a chi sta protestando per il proprio futuro.
Nei giorni della vittoria europea della nazionale di calcio è stata organizzata la visione della finale con l’Inghilterra, con i rigori parati da Donnarumma vissuti insieme e festeggiati, in un momento di svago all’interno di giornate scandite da attesa, incontri, riunioni, cortei, scioperi programmati.
Si sono visti anche altri aiuti concreti e fondamentali: chi ha portati bancali per isolare aree o bruciare la legna per scacciare le zanzare, fino alle assi per il pavimento della tenda (portate da Acla Ceriano), per permettere a chi è in presidio di stare all’asciutto quando si scaricano dal cielo vere e proprie secchiate d’acqua.
L’incontro tra azienda e sindacati in Assolombarda di mercoledì 14 luglio non ha offerto spiragli. La proprietà non ha aperto alla ripartenza della produzione, respingendo le proposte dei rappresentanti dei lavoratori. L’ultima speranza a cui rimangono attaccati sindacati e dipendenti è il Mise, il Ministero dello Sviluppo Economico, che però non ha ancora convocato una riunione per parlare della situazione della fabbrica in Brianza.
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