I retroscena culturali dello Shabby Chic
Il termine Shabby Chic è stato adoperato per la prima volta nel 1980, sulla rivista inglese di arredamento e design The World of Interiors, e a partire da quel momento è entrato sempre più nel lessico comune
Il termine Shabby Chic è stato adoperato per la prima volta nel 1980, sulla rivista inglese di arredamento e design The World of Interiors, e a partire da quel momento è entrato sempre più nel lessico comune.
Nonostante siano trascorsi poco più di 40 anni dalla sua nascita ufficiale, lo Shabby Chic continua a essere uno degli stili di maggior tendenza sia nel campo dell’arredamento e del design di interni sia in ambito decorativo; come mai però, nel pieno di un nuovo millennio dove la tecnologia diventa sempre più evoluta e l’essere umano è pronto ad affrontare nuovamente le sfide della corsa allo spazio, riscuote ancora tanto successo uno stile come lo Shabby Chic? Quale filosofia lo permea e gli permette di fare presa in modo trasversale e senza alcuna distinzione presso tutte le classi sociali?
Le origini, lo stile e le influenze
Lo stile Shabby Chic si rifà a quello delle decorazioni in voga nelle vecchie case di campagna inglesi. Non lasciatevi fuorviare da questa definizione al punto da essere indotti a pensare alle piccole case dei contadini dagli arredi rustici ed essenziali, però; quando si parla di case di campagna inglesi, infatti, ci si riferisce soprattutto alle classiche mansions, ovvero le abitazioni di grandi dimensioni dei landed gentry.
Queste case, arredate con divani e tende in cotone chintz dai ricami sgargianti e con i mobili finemente arricchiti da bugne, fregi, modanature e intarsi, il tutto opacizzato e sciupato dal trascorrere del tempo, rappresentano l’ossatura principale dello stile Shabby Chic.
Quest’ultimo ha subito anche le influenze di altri stili di arredamento però, e in particolar modo dello stile provenzale, a cui viene più spesso associato. Ma sullo Shabby Chic hanno influito anche gli stili dei castelli della Loira, dei dipinti svedesi dell’Ottocento e addirittura dello spoglio utilitarismo degli Shakers americani.
Lo stile Shabby Chic si caratterizza soprattutto per le tinte pastello dei tessuti e delle pitture che rivestono i mobili dalle linee barocche, o comunque vintage, che sono in grado di regalare una sensazione perfetta di comfort e familiarità; la matrice inglese di questo stile, per esempio, predilige soprattutto le diverse tonalità del rosa e fa largo uso di pizzi, quella svedese preferisce le sfumature del legno naturale mentre quella francese è orientata sui colori grigio e tortora.
Lo Shabby Chic americano ripropone in tutto e per tutto quello inglese, ma vi aggiunge una nota country a opera degli Shakers, come venivano chiamati i membri di un particolare ramo dei calvinisti quaccheri nato agli inizi del Settecento.
Essendo dediti a una vita di celibato ed eremitaggio, infatti, gli Shakers erano soliti adottare una filosofia puritana anche nella manifestazione esteriore, quindi nell’abbigliamento e nell’arredamento. Quest’ultimo era caratterizzato dalla pressoché totale assenza di elementi decorativi, al punto che molti storici del design lo considerano la prima manifestazione dell’attuale corrente minimalista.
La diffusione trasversale dello Shabby Chic
Negli anni ’80 lo Shabby Chic era uno stile apprezzato soprattutto dagli appassionati dell’arte e artigianato di un certo livello; non a caso, infatti, era diffuso principalmente presso le classi della media e alta borghesia. Col passare degli anni però, grazie anche all’arricchimento dei nuovi influssi e in particolare allo stile essenziale di matrice Shaker, è riuscito a fare presa indistintamente in tutte le classi sociali, incluse quelle meno portate ad apprezzare l’arte.
Lo Shabby Chic e l’etica DIY
Riallacciandoci a quanto detto all’inizio del nostro articolo, all’inizio della terza decade del nuovo millennio lo Shabby Chic si attesta ancora come uno dei maggiori trend nell’ambito dell’interior design. La ragione del successo di questo stile è quasi certamente da attribuire proprio alle influenze Shaker, che hanno reso possibile applicare lo stile Shabby anche ai mobili moderni, privi dei fregi e dei complicati decori barocchi, facilitando di conseguenza il loro accostamento agli ambienti e agli stili moderni.
L’ulteriore aspetto che ha contribuito alla diffusione dello Shabby Chic anche presso le classi meno abbienti, inoltre, è quello di essersi legato a doppio filo all’etica del Fai da te. Il principio su cui si basa questo stile, infatti, è proprio il riutilizzo dei vecchi mobili e degli infissi in legno rovinati dal tempo, già posseduti oppure acquistati a prezzi irrisori, quando non addirittura recuperati a costo zero da vecchi casali di campagna.
Il restauro dei mobili non è difficile e può essere facilmente eseguito anche dagli appassionati di fai da te alle prime armi, basta dare una ripulita alle superfici e decorarle con le apposite pitture color pastello a effetto gesso, che si possono trovare in commercio a prezzi decisamente accessibili.
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