Roberta Dubac si candida con Chiara Guzzo: “Riportare partecipazione e bellezza a Busto”
La candidata di origini croate presenta la visione culturale della lista La Sinistra Chiara per Busto
Roberta Dubac si presenta alle elezione del 3/4 ottobre con La Sinistra Chiara, lista che sostiene la candidata sindaco Chiara Guzzo. Nata a Capodistria 46 anni fa da una famiglia di origini italiane, è cresciuta in Istria a contatto con il tessuto sociale e culturale della penisola, lavorando per quasi vent’anni per l’assessorato alla Cultura della regione. Nove anni fa ha scelto di trasferirsi in Italia, conseguendo una laurea in lettere moderne all’Università Cattolica di Milano. Ha pubblicato una raccolta di racconti, alcuni anche tradotti nel suo paese d’origine, oltre a lavorare come insegnante ed educatrice e collaborare con la scuola di teatro Viandanti Teatranti, di cui è allieva.
Ci racconti da dove vieni?
«Sono nata in Istria da una delle poche famiglie italiane rimaste dopo la seconda guerra mondiale, e lo considero una fortuna visto che è una regione piccola ma soprattutto un laboratorio di convivenza tra culture che funziona. L’ho vissuto sempre come un ambiente libero a livello sociale, e ancora oggi sento che c’è un forte spirito d’appartenenza e partecipazione tra i cittadini. Lì sono sempre stata attiva nei circoli italiani, arrivando ad essere consigliere nell’assemblea dell’Unione Italiana di Croazia e Slovenia. Ho iniziato da giovanissima a lavorare per l’assessorato alla cultura dell’Istria, dove, oltre a svolgere il lavoro tecnico, sono stata a contatto con tutte le sfaccettature delle realtà culturali della regione».
Cosa ti ha spinta alla candidatura?
«Mi sono avvicinata alla lista su invito di Chiara, che già conoscevo e alla quale sarebbe andato comunque il mio voto. La ritengo infatti una persona piena di energia, trainante, con idee valide e capacità di mediazione. Mi sono subito riconosciuta nei valori della LSC, io che sono sempre stata di sinistra, ma che in Italia non riconosco più nei grandi partiti d’area a livello nazionale. Da tempo desideravo riprendere un impegno civico sulla scorta di quanto facevo in Istria, perché, nonostante le difficoltà incontrate all’inizio, adesso la Lombardia è la mia casa».
Qual è la vostra visione su Busto?
«Quello che vorremmo a fare come LSC è istituire un dialogo attivo con i cittadini: crediamo che la città sia di chi la abita e non di chi la governa, che l’impegno di amministrare, coordinare e soprattutto ascoltare. Siamo tutti certi del fatto che alla politica serva un rinnovamento dal basso, che parta dalle esigenze della comunità; per questo sogniamo di fare di Busto un modello d’ispirazione per altre realtà, una città multicentrica, imperniata su valori democratici e antifascisti, che ricostruisca partecipazione e interesse per la politica. Abbiamo un focus molto intenso sulle categorie emarginate, che a Busto sono numerose, e una visione culturale che crediamo si debba cucire sui bisogni dei giovanissimi: per me la cultura non è solo seminare, e quindi organizzare eventi o gestire progetti, ma soprattutto coltivare, con impegno e pazienza il coinvolgimento e il benessere sociale dei cittadini. È un lavoro sicuramente più lungo e faticoso, ma che può regalare risultati altrettanto sorprendenti. A Busto abbiamo a disposizione un capitale umano di altissima qualità, che è nostro compito riuscire a far dialogare per generare cultura, e quindi un circolo virtuoso per cittadini di tutte le età, che permetta di riscoprire e condividere la bellezza».
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