E se a Palazzo Minoletti si facessero aule per una scuola di Gallarate?
La proposta arriva dal consigliere provinciale De Bernardi Martignoni. "Gli studenti potrebbero arrivare dalla stazione a piedi, sarebbe anche ulteriore volano per la zona"

E se a Palazzo Minoletti si facessero aule per una scuola di Gallarate? La proposta la tira fuori Giuseppe De Bernardi Martignoni, all’indomani dell’intervento di Vittorio Sgarbi che ha riacceso l’attenzione sul palazzo di piazza Garibaldi.
Sgarbi ha parlato di «ipocrisie» intorno a Palazzo Minoletti, così chiamato dal nome dell’architetto che l’ha progettato (Giulio Minoletti, tra i maggiori architetti tra anni Trenta e Dopoguerra), rimuovendo il nome – imbarazzante – di Casa del fascio di Gallarate. Davvero c’è stata ipocrisia nell’affrontare il destino del Palazzo? A dire il vero di un recupero si parla da quindici anni: l’amministrazione Mucci lo acquisì per farci la biblioteca (destinazione poi resa improbabile da limiti strutturali dell’edificio), la giunta Guenzani riaprì il piano terra come spazio culturale e per un periodo locale di lettura aperto al pubblico. L’amministrazione Cassani fece una scelta diversa, senza usare i pochi spazi recuperati al piano basso, sperando invece in un recupero complessivo da affidare a privati, che però non si è (ancora?) concretizzato.
E adesso? Adesso appunto arriva anche la proposta di Giuseppe De Bernardi Martignoni. Che interviene qui non da presidente del Consiglio comunale gallaratese, ma da consigliere provinciale uscente: «Da tempo le scuole superiori gallaratesi, soprattutto il Falcone ma anche i licei, chiedono nuovi spazi per aule, è emerso anche nella fase di pandemia» ragiona Martignoni. L’edilizia scolastica per gli istituti superiori dipende dalla Provincia e in questo senso il consigliere provinciale avanza la proposta: «Perché non usare Palazzo Minoletti per accogliere alcune aule?».
Gli spazi ci sono, già in passato erano stati recuperati i servizi igienici. Un intervento della Provincia potrebbe dare la spinta a un ulteriore recupero. «Lo spazio è in pieno centro, non è lontano dalla stazione e gli studenti che vengono da fuori potrebbero arrivarci a piedi» continua Martignoni. «In più potrebbe fare da volano anche per le attività economiche circostanti, i bar della zona».
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