Sgarbi in visita a Gallarate, tra il Maga e Palazzo Minoletti
Ritorno al museo per il critico d'arte, che ha visitato anche il "chiostrino" della Studi Patri. Riproposto il tema del riuso di "Palazzo Minoletti", l'ex casa del fascio il cui recupero è atteso da anni

Prima la visita notturna al museo Maga per vedere la mostra dedicata agli impressionisti, poi Palazzo Borghi, Palazzo Minoletti, il Museo degli Studi Patri e la Basilica. Una full immersion nel patrimonio artistico-culturale di Gallarate per Vittorio Sgarbi, dopo il Gran Galà del commercio di ieri sera, domenica 28 novembre.
Così il critico d’arte, a undici anni dall’inaugurazione della mostra su Amedeo Modigliani, è tornato al museo cittadino: ha visitato la nuova biblioteca, la sala degli arazzi e la mostra “Impressionismo. Alle origini della modernità” insieme al sindaco Andrea Cassani,a gli assessori Claudia Mazzetti e Rocco Longobardi, ad Emma Zanella, Angelo Crespi e Alessandro Castiglioni del Maga. Che ha definito un museo versatile, con grandi spazi a disposizione.
Questa mattina, lunedì 29 novembre, è stata la volta di Palazzo Minoletti, l’ex Casa del Fascio, insieme al primo cittadino, l’assessora Mazzetti e Matteo Scaltritti: già al Gran Galà, intervistato da Morena Zapparoli, aveva invitato l’amministrazione a ragionare su un suo recupero che possa metterlo a disposizione della collettività, lanciando la provocazione di ristrutturare il quadro che ritrae Benito Mussolini a cavallo, coperto da una vernice alla fine della guerra: «Ha il difetto di rappresentare il Duce. Rappresenta un’epoca che non è più minacciosa per noi» (nella foto: Sgarbi affacciato sulla terrazza sopra Palazzo Minoletti).
Il palazzo ribattezzato nel Dopoguerra con il nome dell’architetto che l’ha progettato (Giulio Minoletti, tra i maggiori protagonisti dell’architettura italiana nel Dopoguerra) nel 2014 era stato al centro di una mostra con progetti di possibile recupero pubblico. A seguito di quella mostra fu ripaerto come spazio culturale il piano terra, usato fino al 2016. Successivamente si è tentata la strada della cessione con recupero ad opera di privati, che però non si è mai concretizzata.
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