Truffe agli anziani in mezza Italia, due in manette dopo le indagini partite da Varese
La coppia responsabile di almeno 15 raggiri posti in essere anche fuori regione, sempre a danno di persone anziane. Bottino: 500 mila euro
Due arresti con l’accusa di truffa, resa ancora più pesante dalla dinamica rivolta proprio a colpire i più deboli, gli anziani. È così finita in manette una coppia di cittadini polacchi ritenuti responsabili di molteplici episodi di truffe posti in essere anche fuori regione sempre a danno di persone anziane.
Quindici gli episodi consumati prevalentemente nel Varesotto ma anche Crema, Vercelli e Rimini da aprile a settembre 2020 e contenuti nell’ordinanza di custodia cautelare. Il bottino totale stimato è di 500 mila euro e in un solo caso il maltolto è stato di 250 mila euro.
Un’indagine che si innesta nel cuore della pandemia tra chi ha sfruttato il timore della pandemia per simulare il contagio dei famigliari per raccogliere denaro e curare il parente, che chiamava l’anziano chiedendogli denaro per le cure per curarsi dal covid.
Il gruppo agiva con complici in Polonia che eseguivano la telefonata, chiedevano soldi spacciandosi per i parenti, concordando il ritiro da parte di un conoscente che passava in una stessa giornata nella medesima città. Telefonate anche lunghe e con più voci che si spacciavano per persone di autorità (primario medico e carabinieri) che sommano le richieste del finto parente. Le chiamate venivano fatte per saggiare le capacità dell’anziano e poi colpivano.

Vittime come si diceva anziani, soli in casa, che sono stati raggiunti sull’utenza fissa dalla telefonata della sedicente figlia o nipote, che il più delle volte piangendo riferiva al malcapitato anziano di stare molto male, e di essere ricoverata in ospedale a causa delle conseguenze del Covid-19 che aveva appena scoperto di avere contratto. In alcune circostanze passavano il telefono al presunto medico del reparto, che in un caso ha anche detto alla vittima presa di mira che il parente era appena svenuto perché non riusciva a respirare bene.
Dopo aver posto l’anziano in stato di prostrazione e disperazione ecco la richiesta: radunare velocemente soldi e gioielli da consegnare ad un emissario dell’ospedale, che avrebbe raggiunto l’anziano sotto casa di lì a poco.
Ed immancabilmente l’anziano si spogliava di tutto quello che aveva in casa per consegnarlo al truffatore, in un caso anche chiedendo dei soldi in prestito al vicino di casa, i cui dubbi non sono stati sufficienti per scardinare il senso di disperazione della vittima che voleva fare di tutto pur di aiutare la persona cara.
Le indagini sono ancora in corso sia sul fronte della ricettazione, sia sulla ricostruzione di altri episodi sospetti (bottino di circa 300 mila euro cui si somma il mezzo milione denunciato) in diverse aree d’Italia specialmente al Centro Nord.Il bilancio dell’attività è stato al centro di un incontro con la stampa alla questura di Varese dove sono stati presentati i dettagli dell’operazione alla presenza del pubblico ministero della Procura di Varese titolare dell’indagine, Federica Recanello e del dirigente della squadra Mobile Silvia Elena Passoni.

Un tema, quello delle truffe agli anziani, che ha ricadute non solo economiche ma anche psicologiche sulle vittime, come ha di recente ricordato anche il procuratore di della repubblica Daniela Borgonovo nel corso della presentazione del video realizzato proprio a Varese dove si insiste nella prevenzione che può passare anche dall’alleanza generazionale fra giovani e meno giovani, nonni e anziani: un fattore che può rappresentare un elemento fondamentale per rispondere specialmente alle insidie che arrivano dall’informatica e dai social.
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