La legge sanitaria della Lombardia verrà rivista per gli “aggiustamenti” chiesti dal Governo
La Legge, approvata il primo dicembre scorso, dopo una seduta fiume avrà una revisione. Critico il consigliere Astuti: "Loro minimizzano ma il contraccolpo sarà forte"

«Estremamente soddisfatta dell’approvazione positiva, da parte del Consiglio dei Ministri, della Legge 22/2021 di Regione Lombardia per il potenziamento territoriale del servizio socio sanitario lombardo». L’assessore al Welfare Letizia Moratti ha annunciato così l’approvazione di Roma della Riforma sanitaria.
L’annuncio entusiasta, però, viene poi specificato : «L’Esecutivo, nel confermare pienamente l’impianto complessivo delineato dalla legge, ha consentito a Regione Lombardia di fare propri alcuni suggerimenti che apporteranno un ulteriore miglioramento del testo escludendo qualsiasi ipotesi di impugnativa».
E saranno proprio questi “suggerimenti” che imporranno cambiameni, se non dell’intero impianto, di alcuni passaggi già individuati come critici durante la seduta fiume del novembre scorso del consiglio regionale.
Secondo un’anticipazione de La Stampa, sarebbero 15 i punti che il Ministero della Salute avrebbe chiesto di modificare. Tra questi la distribuzione territoriale delle Ats, l’integrazione tra offerta pubblica e privata piuttosto che la realizzazione delle case di comunità da effettuare con i fondi del PNRR i cui criteri vengono definiti a livello ministeriale.
Che l’iter riprenda lo conferma anche il Presidente della Commissione Sanità Emanuele Monti replicando a un cronista dell’Ansa: « Le modifiche alla riforma sanità chieste dal Ministero della Salute alla Regione Lombardia “sono dei dettagli tecnici” che saranno inseriti all’interno della prossima legge regionale di revisione normativa». L’assessorato, però, precisa che la modifica degli aspetti tecnici non presuppone il ritorno in aula.
Le novità sono commentate anche dal consigliere del Partito Democratico e capogruppo di opposizione in commissione sanità Samuele Astuti: « La riforma Fontana Moratti della sanità lombarda dovrà essere modificata in alcuni aspetti sostanziali su cui il Pd aveva dato battaglia in Consiglio.
Solo a patto di modificare la propria legge, la Regione ha potuto evitarne l’impugnativa da parte del Consiglio dei ministri. Non male per una normativa che doveva correggere le storture della riforma precedente, quella che ci ha portati disarmati davanti alla pandemia.
Vediamo già che in Regione minimizzano tutto, ma il contraccolpo sarà forte, anche perché la Lombardia rimane con un sistema fortemente incentrato sugli ospedali e debole sulla sanità territoriale, e non bastano le inaugurazioni a ciclo continuo di case della comunità per raddrizzare la rotta, soprattutto se si riducono a un cambiamento di targhe sulla porta, senza i servizi promessi. Il sistema di accreditamento e l’integrazione sociosanitaria sono elementi fondamentali per un servizio sanitario davvero vicino ai cittadini. Di questo la legge non si è occupata a sufficienza. I lombardi hanno bisogno di una sanità migliore, ma questo accadrà solo quando cambierà chi governa da trent’anni Regione Lombardia.”
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