La nuova legge sanitaria porterà ambulatori in tutti i territori: ruolo centrale dei medici di medicina generale

L'assessore al Welfare Moratti e il Presidente della Commissione Sanità Monti hanno spiegato le novità approvate dopo una lunga maratona in Consiglio regionale

conferenza monti moratti su riforma

 Approvata la Legge di riforma della Sanità, inizia il lavoro della cabina di regia per definire tempi, luoghi e risorse.

Insieme all’assessore al Welfare Letizia Moratti, al direttore generale Pavesi, al presidente della Commissione Sanità Monti ci saranno anche i direttori generali delle Ats lombarde e dieci direttori di Aziende ospedaliere. L’obiettivo sarà anche quello di condividere con i sindaci quelli che saranno gli ambulatori della salute, capillari nel territorio e gestiti dai medici di medicina generale a cui regione darà supporto tecnologico ma anche logistico. 

Oltre alla Case di comunità, che saranno il cuore delle attività integrate socio sanitarie, e agli ospedali di comunità, che offriranno un’alternativa alle dimissioni dei pazienti dagli ospedali una volta superata la fase acuta o ai pazienti di media bassa gravità, il disegno regionale è quello di investire sulla medicina territoriale, coinvolgendo i medici curanti che potranno tariffare anche attività ulteriori rispetto a quanto prevede il loro contratto nazionale. 

Un investimento che Regione sosterrà grazie ai 1,2 miliardi di euro dei fondi del PNRR a cui aggiunge ulteriori 800 milioni di euro. 

L’obiettivo è quello di costruire una sanità piramidale con, al vertice, l’ospedale vero e proprio a cui arrivare quando non basteranno tutti gli altri livelli. Una sanità che punterà, quindi, sulla prevenzione come fattore per anticipare i rischi, e sulla gestione della cronicità alleggerendo i presidi dedicati all’acuzie.

All’organizzazione potrà anche partecipare il privato accreditato che, pur non potendo disporre di fondi per realizzare o ristrutturare centri edili, potrà offrire la gestione dei punti di proprietà regionale o comunale.

I primi ospedali e case di comunità ad aprire saranno, quindi, quelli di proprietà di Regione a cui si aggiungeranno, in seconda battuta, le sedi messe a disposizioni dai sindaci. Il primo elenco sarà presentato ad Agenas il prossimo 10 dicembre e confermato il 20.

Come ha specificato il Presidente Monti, la grande innovazione introdotta dalla legge di riforma è la valorizzazione dei medici di medicina generale che avranno un ruolo definito, oltre a una governance capillare attenta ai bisogni espressi dalle comunità. 

Tra i puti in evidenza anche la valorizzazione del personale, i maggiori investimenti in formazione e il potenziamento anche del settore infermieristico, sulla base delle indicazioni fornite dal Ministro, che ha parlato di 30.000 figure in più per  colmare, in base alle suddivisioni che saranno fatte, anche il bisogno della Lombardia stimato attorno ai 1200/1300 infermieri. 

«Quella approvata ieri è una legge che ci consentirà di soddisfare meglio i bisogni di salute dei nostri cittadini, frutto di un grande ascolto e larga condivisione – ha commentato il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana – prima della pandemia, con la legge n.23 il mio predecessore aveva già intrapreso un percorso volto a interpretare meglio le esigenze sanitarie dei cittadini lombardi che rispetto al passato. A causa della carenza di risorse statali, si era riusciti a realizzarla in parte e così al termine della sperimentazione, nonostante il giudizio complessivo positivo da parte del Ministero della Salute, ci è stato richiesto di mettere a punto alcune parti della legge».

LEGGI L’INTERVISTA A EMANUELE MONTI SULLA RIFORMA SANITARIA

LEGGI L’INTERVISTA AL CONSIGLIERE D’OPPOSIZIONE SAMUELE ASTUTI SULLA RIFORMA

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

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Pubblicato il 01 Dicembre 2021
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