Un armadio farmacia robotizzato alla RSA Istituto Cavalier Menotti di Cadegliano Viconago
Collegato alle cartelle sanitarie elettroniche dei singoli ospiti è in grado di “leggere” le prescrizioni dei medici e di preparare in pochi minuti le terapie giornaliere personalizzate

Una scelta di campo innovativa e un investimento di prospettiva che vedono protagonista, in questi giorni, l’istituto “Cavalier Francesco Menotti”, residenza socio sanitaria assistenziale con sede a Cadegliano Viconago.
All’interno dell’istituto, fondato nel 1924 e che mette a disposizione del territorio 167 posti accreditati con la Regione Lombardia, è entrato in funzione un armadio farmaci robotizzato “Litrea III”, strumentazione particolarmente sofisticata, tra le prime a essere attivate in ambito regionale.
Collegato alle cartelle sanitarie elettroniche dei singoli ospiti, l’armadio farmaci automatizzato è in grado di “leggere” le prescrizioni dei medici e di preparare in pochi minuti le terapie giornaliere personalizzate, anche nei casi di maggiore complessità.
«Una soluzione che guarda al futuro, ottimizza tempi e risorse professionali e soprattutto accresce i livelli di sicurezza nella presa in carico delle persone a noi affidate, spesso affette de molteplici patologie e cronicità – sottolinea Roberta Giudici, direttore generale della Rsa “Cavalier Francesco Menotti – L’armadio farmaci automatizzato è uno strumento di assoluta precisione ed efficacia a supporto del personale infermieristico nelle attività di assistenza e cura».
Ogni fase del processo è informatizzata e automatizzata: il medico inserisce la prescrizione nella cartella sanitaria elettronica; l’armadio automatizzato riceve l’informazione e predispone bustine monodose sigillate con i farmaci all’interno e i dati di ciascun assistito; l’infermiere, prima di somministrare i medicinali, verifica con un lettore ottico il codice a barre e l’esatta corrispondenza tra bustina e assistito.
Il software consente di gestire le scorte di farmaci, monitorando le giacenze e segnalando le necessità di reintegro. L’automatismo gestisce anche nuovi farmaci consegnati in struttura con la possibilità di essere registrati e gestiti nell’immediatezza. Un personal computer “vede” infatti tutti i prodotti farmacologici custoditi nell’armadio, la quantità presente in ogni contenitore, il nome commerciale, il principio attivo, codice Aic, la quantità di compresse nella scatola originale da cui si è caricato il farmaco, scadenza e lotto, gli operatori che hanno avuto accesso alle funzioni e le attività svolte.
L’armadio automatizzato è chiuso e i farmaci che si trovano al suo interno sono protetti dalla luce, dalla polvere grazie a una ventilazione filtrata, dall’umidità e dal calore, con un controllo costante e registrato.
L’armadio automatizzato è accessibile solo dal personale autorizzato a svolgere determinate operazioni sia di gestione che operative. L’armadio gestisce addirittura le mezze compresse tagliandole in automatico al suo interno, evitando in questo modo la manipolazione (secondo raccomandazione ministeriale 19) e evitando gli sprechi delle mezze pastiglie di risulta che altrimenti verrebbero gettate.
La preparazione dei farmaci da somministrare può avvenire per fascia oraria o per intera giornata o più giorni a seconda delle specifiche esigenze di ciascun ospite e delle indicazioni terapeutiche dei medici, recepite in tempo reale.
«L’armadio automatizzato Litrea III ci garantisce l’aderenza alla normativa e alle copiose raccomandazioni ministeriali. E’ uno strumento che allevia il lavoro ripetitivo e logorante svolto da noi infermieri – interviene la coordinatrice Geanina Nastasia -. Eleva la nostra professione alla ricerca assieme al medico e al farmacista alla cura del nostro ospite e il tempo necessario per renderla migliore».
«La tecnologia – conclude il direttore – che permette un cambiamento importante che l’Istituto Menotti si prepara a percorrere, per le condizioni oggettive dell’investimento stesso, potrebbe astrattamente rientrare nei programmi di transizione tecnologica 4.0 che reca indubbi vantaggi anche di natura fiscale, salvo il ricorrere di una specifica esclusione di carattere soggettivo per la qualifica di onlus attualmente goduta dalla Fondazione, per la quale sono in corso taluni necessari approfondimenti».
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