Uso e abuso di antibiotici: quali i rischi? Risponde il dottor Danilo Centrella urologo e andrologo
Il medico chirurgo, direttore della struttura complessa di urologia del Verbano Cusio Ossola spiega come e perché l’uso eccessivo di questi medicinali può essere nocivo

La pillola di oggi è un antibiotico. Uso e abuso di questa categoria di farmaci. Quali i benefici e quali i rischi? Risponde il dottor Danilo Centrella, medico chirurgo, specializzato in urologia e andrologia e direttore della struttura complessa di urologia del Verbano Cusio Ossola.
Alzi la mano chi di voi non ha mai preso un antibiotico. Se fossimo in un’aula, in questo momento mi stupirebbe non vedere delle mani alzate, perché, in realtà, tutti noi abbiamo preso un antibiotico. Pensate che, addirittura, appena noi nasciamo la prima cosa che fanno è metterci negli occhi delle gocce di antibiotico. Quindi è una cosa assolutamente normale, nei decenni trascorsi, esserci abituati proprio all’utilizzo dell’antibiotico.
Pensiamo, per esempio, che la bustina che ci teniamo nella borsa prima di andare in vacanza, il famoso disinfettante, sia una cosa normale, ma purtroppo non è così. Non siamo consapevoli dell’utilizzo corretto, delle cose favorevoli e delle cose non favorevoli che può portare l’antibiotico. L’antibiotico è il nostro amico, noi pensiamo questo.
Bene, dov’è il problema? Pensate che nel 2016 negli Stati Uniti e, precisamente, in Pennsylvania hanno trovato un batterio che si chiama “il battere degli incubi” che uccide il 50% potenzialmente delle persone che colpisce e che presenta una resistenza a tutti gli antibiotici. Quindi, l’organizzazione Mondiale della sanità si è spaventata. E ha addirittura stimato che nel 2050, 10 milioni di persone potrebbero morire per questo questo battere che è una cifra impressionante superiore al tumore, al diabete, agli incidenti stradali, addirittura il doppio dei morti del covid che ha fatto in questi anni.
Quindi è molto importante capire come utilizzare gli antibiotici, perché noi siamo abituati soprattutto a questo strano rapporto che abbiamo con i batteri. Da milioni di anni, abbiamo batteri gentili e meno gentili come degli inquilini in una casa. Noi sappiamo che ci sono degli inquilini gentili a cui possiamo chiedere lo zucchero o il caffè e altri con cui andiamo meno d’accordo.
Bene: iniziamo una battaglia e l’antibiotico ci aiuta in questa battaglia, però, certe volte ,non la vinciamo questa battaglia. E perché? Perché utilizziamo l’antibiotico in maniera incongrua o eccessiva. Lo usiamo male come degli allenatori di una squadra di basket o di calcio che utilizzano in maniera impropria una tecnica di gioco. Prima o poi, se utilizziamo sempre la stessa tecnica di gioco o in maniera incongrua, i nostri avversari vinceranno. Quindi, è molto importante capire quando utilizzarlo e come utilizzarlo nel medio e lungo periodo e quando è il momento opportuno per utilizzarlo. Soprattutto è importante usarlo senza lasciare superstiti perché il battere, se sopravvive, acquisisce una resistenza all’antibiotico molto importante.
Se noi colorassimo una cartina di tutt’Europa, l’Italia sarebbe il paese rosso, dove utilizziamo di più l’antibiotico e se cercassimo dove sono le maggiori resistenze, l’Italia sarebbe ancora rossa, cioè noi utilizziamo troppo antibiotico e troppo male.
Soprattutto, in urologia, tra le donne, una persona su due ha delle cistiti. Bene, sappiate che nel 20/30% delle cistiti ricorrenti, per le cistiti al mese, per quelle dopo ogni rapporto sessuale, le donne sono portate a utilizzare male l’antibiotico. È molto importante, quindi, la ricerca sui nuovi antibiotici. È molto importante la formazione, di medici, infermieri, case di riposo, ma, soprattutto, è importante comprendere cosa possiamo fare noi medici e noi pazienti.
Noi medici dobbiamo rassicurare, far capire cosa sono e come devono essere utilizzate le tecniche di prevenzione, l’utilizzo corretto dell’antibiotico, ma soprattutto dobbiamo raccontare cosa deve fare il paziente, come non utilizzarlo, ad esempio, incongruamente al primo raffreddore, alla prima cistite. Non lasciare superstiti: quando iniziamo una terapia antibiotica dobbiamo continuarla e non interromperla al primo sintomo di guarigione. Non dobbiamo lasciare tracce dell’antibiotico, non buttiamolo in un contenitore normale, perché questo crea resistenza nell’ambiente esterno, ma cerchiamo di portarlo nelle cassette di raccolta dei farmaci, ad esempio in farmacia.
Evitiamo l’utilizzo della medicina fai da te, l’amica che ci dà la famosa bustina, noi che diamo la bustina all’amica per la prima cistite. Piuttosto andiamo da un specialista che ci insegnerà le tecniche di prevenzione, le tecniche e stili di vita, di alimentazione, di igiene personale, tecniche alternative come l’utilizzo degli integratori, i probiotici. Insomma uno stile cucito sul paziente che possa far sì che l’antibiotico resti sempre il nostro grande amico.
Chi volesse maggiori informazioni può visitare il sito del dottor dottor Danilo Centrella, medico chirurgo, specializzato in urologia e andrologia e direttore della struttura complessa di urologia del Verbano Cusio Ossola www.danilocetrella.it.
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