Prestigioso premio dall’Università dell’Aquila per il dottorando dell’Insubria Marco Pizza
Lo studente varesino ha vinto la nona edizione del "Premio Avus 6 Aprile 2009", istituito dalla onlus "Avus 6 Aprile 2009", con la tesi: "La resilienza nell’Alta Valle del Calore (AV) 41 anni dopo il terremoto del 1980. L’esempio di Bagnoli Irpino, Cassano Irpino, Castelfranci e Montella"
Prestigioso riconoscimento per il varesino Marco Pizza che, con la tesi di laurea dal titolo “La resilienza nell’Alta Valle del Calore in Irpinia a 41 anni dal terremoto del 1980”, ha vinto la nona edizione del “Premio Avus 6 Aprile 2009″, istituito dalla onlus “Avus 6 Aprile 2009”, con il supporto di Università dell’Aquila, Gran Sasso Science Institute e Sigea (Società italiana di geologia ambientale), «per ricordare le studentesse e gli studenti universitari fuori sede deceduti la notte nel terremoto del 6 aprile».
A decretare come migliore tesi lo studio dello studioso varesino, che ha avuto come relatore il professor Alessandro Maria Michetti e correlatrice Sabina Porfido (Cnr-Isa Avellino), è stata la commissione scientifica composta da Giorgio Paglia, componente delegato dalla onlus Avus 6 aprile 2009, Alessandra Tessitore di UnivAQ e Alessandro Crociata del GSSI.
Marco Pizza, varesino, classe 1990, si è laureato a ottobre 2021 nel corso magistrale di Scienze ambientali con 110/110 con lode e la tesi premiata a L’Aquila, attualmente è dottorando in Scienze chimiche e ambientali a Como, iscritto al primo anno.
«La resilienza nell’Alta Valle del Calore (AV) 41 anni dopo il terremoto del 1980. L’esempio di Bagnoli Irpino, Cassano Irpino, Castelfranci e Montella» ha avuto come obiettivo lo studio degli effetti causati dal forte sisma Irpino-Lucano del 23 novembre 1980 su quattro comuni della Campania: Bagnoli Irpino, Cassano Irpino, Castelfranci e Montella, in provincia di Avellino e posti a 20 km dall’area epicentrale. Sono stati analizzati gli effetti ambientali e i danneggiamenti sul costruito, ad opera del sisma.
Grande risalto è stato dato alla tematica della «Resilienza», la capacità di una persona e di una comunità di raggiungere un adattamento positivo a fronte di un evento drammatico e contro il quale non è mai possibile difendersi in modo adeguato, come quello che colpisce chi vive nell’area epicentrale di un forte terremoto. Per sviluppare questa tematica è stata effettuata un’approfondita indagine riguardante la “ricostruzione”, ovvero tutti quei processi messi in atto per far rinascere, non solo a livello edilizio, le comunità segnate dall’evento “invalidante” del 1980 e di effettuare un’analisi sullo stato dell’arte di queste opere a 41 anni dal sisma.
Alla cerimonia di premiazione – il 5 aprile all’Aquila nell’aula magna “Alessandro Clementi” del dipartimento Scienze umane della università aquilana – saranno presenti il rettore dell’Università dell’Aquila Edoardo Alesse, il rettore del Gran Sasso Science Institute Eugenio Coccia, Sergio Bianchi, presidente di Avus 6 aprile 2009 onlus, Paola Inverardi, professoressa e ex rettrice UnivAQ e il dottor Vincenzo Vittorini, che nella tragica notte del 6 aprile del 2009 ha perso moglie e un figlio.
Il premio è rivolto alle neo laureate e ai neo laureati che abbiano discusso in un ateneo italiano una tesi di laurea magistrale sugli aspetti ingegneristici, sociali o economici collegati alla gestione e alla prevenzione del rischio sismico e alla resilienza delle popolazioni dei territori. Anche per questa edizione sono state numerose le tesi pervenute. La cerimonia sarà anche l’occasione per presentare il volume «Geologia dell’Ambiente» – edito dalla onlus Avus 6 Aprile 2009 e curato dalla Sidea – che contiene le tesi dei vincitori delle passate otto edizioni del premio nato nel 2014.
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