“110 anni in Rosa”: la storia del Giro d’Italia

Il volume, edito da Pendragon nel 2019, è anche un manuale ricco di dati sulle prime 110 edizioni della Corsa Rosa, ma non solo. Tutto cominciò nel 1909, quando vinse Luigi Ganna, muratore da Induno Olona

Libri - Copertine generiche

La storia di una delle corse ciclistiche a tappe più prestigiose del mondo è disponibile in un formato editoriale robusto e colorato (ovviamente in rosa) con due pagine dedicate a ciascuna delle edizioni della corsa disputate dal 1909 al 2018 compreso. Ci sono tantissimi nomi e numeri, con tutte le vittorie di tappa di ogni edizione, le distanze e le medie orarie dei corridori. Ci sono le classifiche generali ed i profili dei principali protagonisti nel corso del tempo, ma anche una comparazione anno per anno con i vincitori di una decina di altre “classiche”, come il Tour, il Giro di Lombardia, la Liegi-Bastogne-Liegi e la Parigi-Roubaix. C’è poi la cronaca, che in un mare di numeri addolcisce la lettura.

L’autore, Luca Marianantoni, si è anche sbilanciato in un giudizio personale (certo competente) sul livello di qualità sportiva-emotiva profuso dalle varie edizioni della corsa lungo oltre un secolo. Per questo le pagine dedicate ad ogni anno sono contrassegnate da una sorta di ranking: le edizioni giudicate più emozionanti e con i protagonisti può agguerriti sono contrassegnati con “5 stelle”, mentre quelle giudicate più scialbe hanno solo “1 stella”, le altre gradazioni in mezzo.
Tra le corse giudicate entusiasmanti vanno certamente segnalate quella del 1919, che consacrò il primo ‘campionissimo’ Costante Girardengo, il ciclista di Novi Ligure che si era già segnalato da giovane, prima della Grande Guerra, arrivando sesto nell’edizione del 1913.

Con Alfredo Binda, vincitore nel 1925, inizia l’era dei duelli personali per la forte rivalità in corsa tra il ciclista varesotto ed il già noto Girardengo. Il “trombettiere di Cittiglio” vinse ben cinque volte la Corsa Rosa, ma anche tre edizioni del Campionato Mondiale: un grandissimo.

Nel 1936 spunta Gino Bartali, che vincerà tre Giri e due Tour: memorabile l’edizione del 1937, quando Ginettaccio “spianò il Terminillo” e poi dominò sulle Dolomiti. Nel 1940 arriva Fausto Coppi, che vincerà cinque volte: del 1949 è la tappa di “un uomo solo al comando”, quando nella Cuneo-Pinerolo l’Airone andò in fuga da solo per 192 km, superando cinque colli e forando cinque volte, ma giungendo al traguardo con quasi 12’ di vantaggio su Bartali, secondo arrivato.

Poi via via le edizioni più moderne, con il francese Jaques Anquetil che vinse entusiasmando nel 1960 e quella del 1967 vinta da Felice Gimondi (che vincerà poi ancora due volte). Nel ’68 arriva Eddy Merckx “il Cannibale”: il più grande di tutti i tempi vincerà il Giro ben cinque volte, ma sarà anche il primo grande squalificato per doping. Nel ’79 esplode la rivalità tra Moser e Saronni: il primo vinse una volta, il secondo due. C’è anche, dal ’98, la breve entusiasmante meteora di Marco Pantani, mentre al giro del millennio, nel 2000, vincerà il varesino Stefano Garzelli.

Infine, prima degli anni del messinese Vincenzo Nibali e del madrileno Alberto Contador, ci saranno i due giri vinti nel 2006 e nel 2010 dal passista e scalatore gallaratese Ivan Basso.

Le ultime trenta pagine del volume sono pura statistica, tipica di un manuale di settore: dall’albo d’oro della corsa, a tutti i 677 vincitori di tappa, tutte le maglie rosa, tutti i ciclisti sul podio, fino agli aspetti più strani e curiosi; i giri più lunghi, quelli più corti e quelli con il maggior numero di partenti.

Scheda libro: Luca Marianantoni – “110 anni in rosa” – Edizioni Pendragon – 2019

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Pubblicato il 27 Maggio 2022
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