Sciame di droni, la nuova arma letale

I droni sono oggetto degli scenari strategici di guerra e di terrorismo con cui dobbiamo fare i conti. Occorre essere più proattivi nella creazione di sistemi di rilevamento

droni

Tom Clancy in “Debito d’onore” nel 1994 raffigura un aereo di linea dirottato che prende di mira il Campidoglio degli Stati Uniti. Nonostante l’esperienza dei piloti kamikaze giapponesi nella Seconda guerra mondiale, è solo quando 3.000 persone vengono uccise l’11 settembre 2001 che quella eventualità entra nella coscienza collettiva.

Nel 2022, il furto alle forze governative del Chad di un drone di fabbricazione americana, utilizzato per un attentato terroristico contro il presidente del Sudan, è una delle micce che innescano la catena di eventi verso la terza guerra mondiale in “Mai dire mai”, l’ultimo libro di Ken Follett.

Questa volta non siamo sorpresi. L’era della guerra con i droni è già iniziata da tempo. Noi preferiamo le immagini meravigliose di un mese fa al Parco Archeologico del Colosseo, quando Laura Pausini ha lanciato Piacere di conoscerti, il docufilm con la regia di Ivan Cotroneo, dedicato alla vita della regina del pop italiano. L’evento ha compreso uno #Staraoke, un karaoke realizzato con uno sciame di 500 droni che hanno illuminato il cielo di Roma, volando ad un’altezza di oltre 100 metri.

Ma nel mondo ci sono altri tipi di eventi che non possiamo ignorare. Ad esempio, proprio in questo momento è in corso la più grande esercitazione con sciami di droni in formazione interattiva mai realizzata dalle Forze Armate degli Stati Uniti presso il Dugway Proving Ground vicino a Salt Lake City, nello Utah. All’evento, che terminerà il 12 maggio, prendono parte anche i Paesi Nato, Italia, Australia, Canada, France, Germania, Olanda e Regno Unito.

Nella cornucopia di informazioni e disinformazioni sulla guerra Russia-Ucraina, i più attenti avranno colto la molteplicità di riferimenti all’impiego dei droni. Il presidente Biden ha detto che non manderà truppe americane sul suolo e nei cieli per imporre una no-fly zone e i droni, che sono senza pilota, quindi non contano. Infatti, la sorprendente capacità di resistenza è alimentata dalle informazioni in tempo reale di altissima precisione fornite dall’uso integrato di satelliti e droni.

Lo racconta il New York Times a proposito dell’uccisione mirata dei generali russi. “C’è una quantità significativa di informazioni che fluiscono in Ucraina dagli Stati Uniti” ha detto il generale Mark Milley, presidente del Joint Chiefs of Staff, al Senato. “Abbiamo aperto i canali di comunicazione”.

In questo contesto, si usa il termine drone per indicare uno strumento militare a lungo raggio. Ma bisogna fare attenzione all’ibridazione della guerra e dei suoi strumenti. Uno dei grandi fornitori di droni utilizzati nel conflitto in corso è Dji. Con sede a Shenzhen, produce in tutto il mondo veicoli aerei commerciali senza pilota, sospensioni cardaniche, telecamere sportive, stabilizzatori per telecamere, piattaforme di volo, sistemi di propulsione e sistemi di controllo del volo per la fotografia aerea e videografia. DJI è il leader di mercato dominante nel settore dei droni civili, con oltre il 70 percento del mercato mondiale e 4 miliardi di dollari di fatturato.

L’impiego civile non è garantito. Nel gennaio 2015, un drone Dji si è schiantato sul prato della Casa Bianca. Nonostante ciò, i droni Dji erano il sistema più utilizzato dal’esercito americano, fino al 2017, quando ne è stato vietato l’utilizzo per motivi di sicurezza. Ora, il gruppo cinese è stato inserito nella Entity List che proibisce di avere rapporti commerciali con aziende statunitensi, ovvero di comprare prodotti o importare prodotti e tecnologie USA.

Il motivo formale è aver facilitato le violazioni dei diritti umani contro i musulmani uiguri cinesi nello Xinjiang e contro altre minoranze etniche e religiose. In tutta risposta, anche se la Cina ufficialmente mantiene una posizione neutrale verso il conflitto, Dji ha recentemente interrotto tutte le attività commerciali in Russia e Ucraina, dichiarando «Non accetteremo mai che i nostri prodotti vengano utilizzati per causare danni». Mah!

I droni sono oggetto degli scenari strategici di guerra e di terrorismo con cui dobbiamo fare i conti. Due ulteriori esempi ci aprono gli occhi su quanto questi oggetti siano distanti dal mondo dei giocattoli. Il settimanale Forbes ha raccontato in dettaglio lo scenario di guerra analizzato dalla Rand Corporation in merito all’utilizzo di sciami di droni a bassa tecnologia, per distruggere la flotta cinese in una possibile invasione di Taiwan.

Un uomo che ha scritto e parlato ampiamente del potenziale impatto dei droni nelle mani sbagliate è Zachary Kallenborn, un ricercatore della Unconventional Weapons and Technology Division dell’Università del Maryland. “La crescente tecnologia dei droni consente anche sempre più di pilotare i droni in modo autonomo o in sciami collaborativi”, ha affermato Kallenborn. “Ciò aumenta notevolmente il potenziale di danno. Immaginate un raid aereo terroristico: un gruppo di droni che sganciano bombe su un concerto o sulla folla di uno stadio o spruzzano agenti chimici e batteriologici su un’area affollata. Inoltre, gli attacchi dei droni possono essere letali agli aeroplani, perché i motori e le ali non sono progettati per sopravvivere ai loro attacchi”.

Non sono immuni agli attacchi neanche i traffici commerciali. La nave portacontainer Ever Given che ha bloccato il Canale di Suez e fermato gran parte del traffico marittimo un anno fa, secondo analisi affidabili, ha subito un attacco informatico da parte di un drone, quando una richiesta di riscatto è stata respinta.

Dopo il tragico attentato avvenuto il 14 luglio del 2016, nella Promenade des Anglais, dove un uomo aveva lanciato un camion contro la folla provocando 87 vittime, l’amministrazione di Nizza ha messo in sicurezza tutta l’area pedonale con dissuasori anti-attacco veicolare, e le panchine e arredi urbani sono stati interamente ricostruiti in modo tale da renderli resistenti ad eventuali assalti con camion o veicoli simili. Con le Olimpiadi di Cortina alle porte e tutti gli altri eventi di profilo internazionale che si tengono regolarmente in Italia dobbiamo essere più proattivi nella creazione di sistemi di rilevamento e neutralizzazione nelle aree in cui sono probabili grandi assembramenti di persone.
“L’uomo è immortale nella sua capacità di sbagliare. Nonostante Dio l’abbia fatto a sua immagine e somiglianza”. Michele Mancino.

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Pubblicato il 08 Maggio 2022
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