Siccità e conigli devastano le colture del Parco Alto Milanese: “Situazione drammatica”
Matteo Borra, della fattoria La Frisona, non ha mai visto in 43 anni di vita in cascina una situazione così drammatica tra rincari, mancanza d'acqua e il proliferare dei conigli selvatici
«Se in una situazione normale il costo di gestione delle mucche variava dai 5 ai 6mila euro al mese, adesso spendiamo 9mila euro ogni 20 giorni». Matteo Borra, della fattoria Frisona, azienda agricola che si trova all’interno dell’Alto Milanese, non ha mai visto in 43 anni di vita in cascina una situazione così drammatica.
Quello dei rincari delle materie prime è solo uno dei problemi: a questo si aggiunge quello ancora più devastante della siccità e quello dei conigli selvatici che stanno devastando il territorio coltivato: «I costi delle materie prime erano già aumentati diversi mesi prima della guerra in Ucraina – spiega Matteo Borra della Cascina Frisona -. Dopo il conflitto si sono moltiplicati. Per noi questo significa una perdita, per la parte agricola, di 3mila – 4mila euro al mese».
Anche Punto l’autoproduzione di molte materie, punto di forza della fattoria, quest’anno non è più garantita: «Abbiamo sempre prodotto autonomamente fiero e foraggio: quest’anno non siamo riusciti perchè è arrivata la siccità. L’anno scorso, oggi, avevamo 700 balle di fieno in cascina, oggi ne abbiamo 388, e il problema più grande è che non si riescono a trovare. Abbiamo dovuto fare arrivare un autotreno dalla Francia di erba medica di qualità per le nostre mucca (più di 100 ndr) e il costo è passato da 18 euro al quintale a 30 euro al quintale più Iva e trasporto. Io uso un ballone al giorno ma e con questi prezzi si lavora in perdita: per produrre un litro di latte spendiamo 56 centesimi e questo ci viene pagato 46 centesimi al litro.
Fortunatamente abbiamo il caseificio e cerchiamo di trasformare il più possibile per la vendita diretta, quello che avanza lo vendiamo a una cooperativa che produce grana padano e che non ce lo sta pagando come dovrebbe. Il caseificio della fattoria per il momento è in pareggio e ci aiutano molto le scuole con le uscite didattiche e la vendita del gelato».
La situazione è comune per tutte aziende all’interno del Parco Alto Milanese: «Le aziende che hanno i cavalli non hanno fieno per nutrirli e chi coltiva cereali è in forte crisi perchè non c’è acqua – spiega Borra -. Anche se al Pam di regola non si irrigano i campi (per questo la coltivazione è di cereali), la mancanza di acqua si fa comunque sentire. Noi abbiamo tre campi da pascolo ma le mucche non vogliono uscire per non patire il caldo e siamo stati costretti a mettere i nebulizzatori e l’aria condizionata nelle stalle. Abbiamo poi deciso di non bagnare nemmeno i prati attorno al caseificio (nella foto di copertina ndr) per non sprecare l’acqua del pozzo».
A questo si aggiunge il grandissimo problema dei conigli e delle minilepri che stanno danneggiando i campi: «È stata stimata la presenza di 19 conigli per ettaro – sottolinea l’allevatore – quando la media dovrebbe essere di 1,8 conigli per ettaro, ci sono intere aree mangiare e devastate. Bisogna, al più presto, intervenire e trovare una soluzione per questa proliferazione. Tutti questi fattori insieme ci stanno mettendo in ginocchio: ci siamo dati pertanto tempo fino a settembre per valutare come andare avanti».
Sul problema dei conigli l’ente parco ha coinvolto un esperto faunistico e facilitato il contatto con gli enti superiori per agevolare la richiesta e l’ottenimento dei rimborsi per i danni subito: «Siamo consapevoli che il problema c’è e che si dovrà trovare una soluzione anche se la competenza è dell’ente provinciale – spiega il presidente del Pam Davide Turri – Questo in ogni caso non è il periodo per eventuali catture e dovranno essere fatte valutazioni più avanti. Sicuramente come Pam ribadiamo che la caccia in tutto il parco sovra-comunale non è consentita e su questo rimaniamo fermi».
La “Frisona”: la fattoria che resiste nel Parco Alto Milanese
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