Cadono le accuse di peculato e falso per l’ex primario varesino a processo

L’uomo condannato a 8 messi con pena sospesa per le contestazioni di “truffa“ che riguardano il solo anno 2017

tribunale varese

È arrivata la sentenza del collegio varesino chiamato a giudicare l’operato di un ex primario ospedaliero di Varese che ora pratica in altra regione, accusato di peculato, truffa ai danni dello stato e falso ideologico legato a contestazioni circa il suo operato per servizi in regime di intramoenia, cioè per il medico che opera privatamente, all’interno delle strutture pubbliche.

Per questo regime la legge stabilisce il divieto di svolgere l’attività libero professionale presso studi medici collegati in rete dove operano anche professionisti non dipendenti o non convenzionati del servizio sanitario nazionale “ovvero dipendenti non in regime di esclusività, salvo deroga dell’azienda del Ssn e a condizione che sia garantita la completa tracciabilità delle singole prestazioni“, dicono le norme.

Proprio quello che veniva contestato al medico accusato di avere svolto visite specialistiche di questo genere in una clinica in Puglia. Il processo ha visto l’escussione oltre che degli operanti della guardia di finanza chiamati come testi, anche di alcuni pazienti.

Di oggi la sentenza: il pubblico ministero ha chiesto la condanna per tutti e tre i capi di imputazione a 5 anni di reclusione. Il tribunale ha assolto il medico sia dall’accusa di peculato che dall’accusa di falso, con la motivazione “il fatto non sussiste” e lo ha condannato, in relazione al solo anno 2017, per l’imputazione di truffa, a 8 mesi di reclusione e pena sospesa.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 22 Settembre 2022
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