I progetti di Stie per riportare i cittadini sugli autobus di Busto Arsizio: “Sette su dieci usano l’auto”
La gran parte degli spostamenti in città avviene attraverso l'auto ma la società che si occupa del Tpl a Busto Arsizio punta a migliorare questo dato con un mix di interventi. Li racconta Annarita Polacchini

C’è una grossa fetta di cittadini (il 72% di chi si muove a Busto Arsizio) che non ritiene i mezzi pubblici un modo valido per spostarsi. Cosa può fare una società come Stie per spostare le persone dall’auto ai mezzi pubblici? «Facendo conoscere il servizio, dare informazioni semplici e puntuali, informare la clientela in tempo reale, digitalizzare le informazioni ed essere concorrenziali con l’auto per quanto riguarda i tempi di percorso». Questi gli obiettivi elencati dalla direttrice di Stie Annarita Polacchini durante il convegno di chiusura della Settimana della Mobilità Sostenibile che si è svolta dal 16 al 22 settembre a Busto Arsizio.

Stie è la società che si occupa di trasporto pubblico a Busto Arsizio e in un’area più vasta, garantendo anche i collegamenti extraurbani tra Busto e le città intorno: «I dati ci dicono che a Busto Arsizio trasportiamo 1 milione di passeggeri all’anno lungo i 230 km di percorsi cittadini coperti, grazie ai 35 dipendenti di cui disponiamo solo su Busto ma dobbiamo e possiamo fare meglio. Attraverso una digitalizzazione dei sistemi informativi (vedi app Transita) ma soprattutto migliorando le connessioni tra i mezzi di trasporto (autobus-treno-sharing), un’intermodalità necessaria che oggi viene sfruttata dal 12% dei viaggiatori e che noi vogliamo aumentare».
La sostenibilità ambientale degli autobus Stie è ancora in mezzo al guado: «Attualmente gli autobus che abbiamo in dotazione sono per il 65% Euro 5 e per il resto Euro 6 ma si sta ragionando sui nuovi motori elettrici, già disponibili, o a idrogeno (tecnologia da implementare). Per elettrificare i soli autobus che viaggiano a Busto servono 15 milioni di euro con un fabbisogno energetico che corrisponde al consumo di 500 famiglie ogni anno. Alla sostenibilità ambientale va accompagnata anche una sostenibilità economica».
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