Verdi-Sinistra contro il Masterplan: “L’aeroporto di Malpensa ha creato precariato”
A Somma Lombardo c'è stato un dibattito a tutto tondo sull'espansione dell'aeroporto di Malpensa, dall'impatto ambientale sui 40 ettari della brughiera di Lonate Pozzolo al precariato dei 30mila lavoratori, "sottopagati e con contratti non dignitosi"
Venerdì 16 settembre, a Somma Lombardo i candidati alle prossime elezioni politiche di Alleanza Verdi-Sinistra (Massimiliano Balestrero, Maurizio Cremascoli e Dario Ferrari) e Walter Girardi, in rappresentanza del comitato Viva Via Gaggio hanno aperto il dibattito con la cittadinanza sul rapporto tra Malpensa e il Masterplan 2035 e il territorio moderato da Irene Scavello (co-portavoce di Varese Possibile).
Il tema è più che attuale che mai, visto che durante l’estate, dopo diversi mesi di scontri tra i comuni del Cuv, il Parco del Ticino, i comitati, Sea ed Enac, in Regione Lombardia è arrivato il Sì al masterplan Malpensa 2035, con la previsione di ampliamento dell’aeroporto.
Giustizia climatica e sociale
Perché questo incontro? Massimiliano Balestrero ha spiegato che il programma politico della lista è racchiuso «in una sintesi significativa: giustizia ambientale e giustizia sociale». Per questo motivo la storia di Malpensa racchiude in sé «tutte le contraddizioni e i temi ben chiari a questa alleanza elettorale, dal consumo sconsiderato di suolo alla totale assenza di una programmazione territoriale più ampia, dall’inquinamento al tema del lavoro alla tutela della biodiversità. In una realtà nazionale nella quale ancora i cittadini aspettano una legge quadro sul clima che indichi le direttrici verse le quali sviluppare la transizione ecologica, i segni del cambiamento climatico sono oramai già ampiamente presenti e visibili a tutti e sono accompagnati da una crisi sociale importante che non può e non deve essere ignorata».
Malpensa sarebbe dunque «una storia di occasioni sprecate», ha sostenuto Walter Girardi, iniziata venti anni fa e che, negli ultimi anni, è tornata all’attenzione dei cittadini con il Masterplan 2035 (un progetto di ampiamento del sedime aeroportuale in prima battuta ipotizzato in 110 ettari) e, ora,«ridimensionato a soli 40 ettari, sacrificando ancora una volta la brughiera». I comuni limitrofi, i comitati e le associazioni interessate, come Viva via Gaggio, «si sono opposti all’estensione territoriale dell’aeroporto e hanno dimostrato, tramite uno studio di una società di gestione aeroportuale, come sia possibile coprire le necessità del progetto riutilizzando gli spazi già in possesso dell’aeroporto, evitando così la distruzione di un habitat, quello della brughiera, che è unico in tutta la zona prealpina».
La parola d’ordine sarebbe rigenerare anziché consumare. Maurizio Cremascoli, ha affermato come questo paradigma non valga solo per il caso dell’aeroporto, ma debba essere «sempre presente e dovrebbe essere la prima scelta degli amministratori pubblici; è per questo che la rigenerazione urbana, insieme ad una legge nazionale sul consumo di suolo, sono nella nostra agenda verde. In verità, una legge sul consumo di suolo, presentata da Salviamo il Paesaggio, stilata da tecnici ed esperti, giace inascoltata in parlamento da anni, a dimostrare la totale insensibilità per questi temi delle forze politiche al governo».
Malpensa e il precariato
Infine, ma non ultimo, si è parlato di lavoro e ha preso parola Dario Ferrari, sottolineando che l’Italia ha un tasso di disoccupazione al 8.8% ed è al terzultimo posto nel rank UE. «Il precariato ha creato una anomalia nel sistema lavoro che ha reso molti giovani sottopagati e con contratti non dignitosi. Anche in questo caso Malpensa con i suoi 30mila lavoratori è paradigmatica poiché qui troviamo moltissimi lavoratori precari. Nella nostra proposta politica, quindi, è necessariamente presente la tutela del lavoro attraverso, ad esempio, la definizione del salario minimo garantito, a 10euro all’ora, in un paese, il nostro, che dai dati OCSE dimostra di essere l’unico con un trend negativo dagli anni ‘90 nella retribuzione dei lavoratori».
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